Roberta Giallo, la musica femminista e l'amore per Lucio Dalla

Roberta Giallo è cantautrice, scrittrice, attrice, visual artist e performer teatrale, bolognese di origine di Senigallia, ha un forte legame con la Romagna, dove sviluppa progetti e collabora con il Meeting delle etichette indipendenti di Faenza. Non si ferma mai, e ha sempre in calendario nuove cose.
«Ho appena pubblicato il nuovo singolo “Vento” – spiega – prossimamente sarò in giuria a Musicultura (uno dei più importanti concorsi italiani, che si svolge a Macerata, ndr.), e quest’anno ricorderò Lucio Dalla anche all’estero». Partiamo proprio da questo: Lucio Dalla è stato il suo mentore, e lei lo omaggia spesso con tributi live. «Per me Lucio Dalla è il Mago di Oz, che ho incontrato e mi ha cambiato la vita. L’ho conosciuto grazie al mio produttore Mauro Malavasi, che mi ha detto che Lucio avrebbe potuto comprendermi come artista poliedrica. Era vero. Ci siamo conosciuti in un ristorante, e siamo diventati amici. Ha prodotto il mio primo album, il mio libro e un mio spettacolo teatrale. Purtroppo dopo due anni e mezzo di frequentazione, non solo lavorativa, è volato altrove, e io ho perso contemporaneamente un maestro, un mentore e un amico. Il dolore è stato forte, e mi sono chiusa nel silenzio perché non volevo sfruttare la sua morte, ma lo scorso anno, in occasione del decennale dalla scomparsa, ho pubblicato “La città di Lucio Dalla”, brano che avevo scritto subito dopo la sua morte, diventato poi uno spettacolo teatrale. Quest’anno festeggerò il 4 marzo, data in cui Lucio avrebbe compiuto ottant’anni, all’estero, felice che anche fuori dall’Italia lo apprezzino».
Per quanto riguarda invece il nuovo singolo “Vento”, pubblicato il 27 gennaio?
«Per la prima volta faccio un duetto, anzi, per la verità un trio, perchè il brano è di Mediterraneo, pseudonimo del cantautore Paolo Bonazza, mentre io faccio un featuring insieme al cantautore milanese Malavoglia. Spesso ho ricevuto proposte di duetti in passato, ma mi sono sempre concentrata sui miei brani; stavolta mi sono detta che tutto sommato sono anche un’interprete, e quindi mi sono voluta sperimentare in una veste nuova. Non conoscevo Paolo, che mi ha mandato una mail chiedendomi di partecipare a “Vento”; il brano mi è subito piaciuto, soprattutto per quel che racconta. È la storia di un fan che va al concerto della sua cantante preferita, questa casualmente lo guarda dal palco, e lui si convince che sia innamorata di lui; realizza poi che non può trattarsi di amore, ma nemmeno di sola venerazione, e così lui chiama questo sentimento vento».Come riesce a portare avanti tutte le sue molteplici attività?
«La mia vita è completamente dedicata all’arte; passo tutto il tempo a osservare persone e situazioni, che poi metto in un imbuto e ne traggo canzoni, quadri, opere teatrali e storie. Sono predisposta alla creatività, e i miei affetti sanno che io vivo in questo mondo parallelo».Che legame ha con la Romagna?
«Amo la follia dei romagnoli, e faccio ormai da anni parte della famiglia del Mei, che è un’isola felice popolata di artisti che cercano di aiutarsi l’un l’altro. Cerchiamo di sostenere il mondo indipendente, ed io, in particolare, curo per il Mei “Onda rosa indipendente”, il concorso annuale dedicato alle cantautrici».L’attenzione per l’universo femminile l’ha sempre caratterizzata.
«Cerco da sempre di capire e divulgare il pensiero femminile nella musica, e credo che sia tempo che questo prenda più spazio nel panorama italiano. Perché questo succeda le cantautrici devono prendere coraggio; naturalmente non tutte hanno il talento per emergere, ma lavoriamo perché ce ne siano il più possibile».Non rischiamo che creando un recinto per le cantautrici si crei un’ulteriore divisione?
«Il rischio c’è, ma finché le donne non sono circa una metà del mondo musicale e artistico, purtroppo questo è necessario. Basta guardare quante poche donne c’erano a Sanremo, tra cantanti, presentatrici, direttrici d’orchestra eccetera. Siccome non credo che le donne scrivano canzoni peggiori degli uomini, abbiamo un problema di istintiva preferenza verso il pensiero artistico maschile, anche da parte delle donne che ascoltano musica. Per evitare divisioni, però, sto lavorando ad una manifestazione in cui uomini cantino brani scritti da donne, così come capita al contrario, anche per quando mi riguarda, visto che da sempre canto Dalla, De Andrè e altri autori maschi».www.robertagiallo.com