Risate e canzoni con Claudio Baglioni al teatro Galli di Rimini
Che avesse un lato comico lo avevamo capito già nel 1997 quando, con Fabio Fazio, condusse in Rai il programma Anima mia giocando, prima di altri, con la nostalgia dei boomer, anche se allora non si chiamavano in questo modo. Ma che fosse così a suo agio nell’esibirlo, questo lato, lascia un po’ stupito il pubblico. Lo spettacolo numero 136 di questo tour infinito di 156 date vede Claudio Baglioni impegnato da solo sul palco per ben 3 ore e 35 minuti nella confortevole e calorosa culla del Galli di Rimini, dove le distanze con la platea quasi si annullano, e il concerto-recital trova una accogliente dimensione teatrale fatta anche di voci dai palchi, di cori sussurrati, di risate e canzoni al pianoforte coccolate da una acustica vibrante che si ha quasi il timore di sporcare. È così dal gennaio 2022, per sei sere su sette: Baglioni canta, e racconta, e ride, e prende in giro il pubblico che prova a fotografarlo con il flash (edit: non funziona), e quelli che accendono la torcia e visti dal palco sembrano tanti fantasmi, e quelli che lo aspettano al freddo fuori dal teatro solo per dirgli: «Bravo, sì, però non mi hai fatto...» (inserire nome di canzone a caso, una delle 350 che ha scritto). Ma in questo San Valentino siamo a Rimini. Alle 21 spaccate si spengono le luci e parte Io sono qui: una dichiarazione di intenti a ribadire una presenza e una voglia. Comincia anche il giro antiorario tra le tre tastiere che Baglioni si porta appresso: dal piano acustico al digitale con effetti, che suonerà in rotazione per i restanti 215 minuti, tra una chiacchiera e l’altra. Completamente Solo, come ribadisce la seconda canzone. La scaletta è insolita, variegata, densa: passato, presente e futuro si supportano e si spalleggiano come le note ma acquisiscono nuovi significati, ispirano nuovi racconti. Io dal mare lascia il posto a Fotografie (e ai rimbrotti ironici al pubblico che lo distrae con le luci dei cellulari), Con tutto l’amore che posso ha il fascino della nostalgia dei primi amori; poi ecco Pioggia blu, dal 17° e ultimo album in studio “In questa storia che è la mia”, uscito a fine 2020 e da cui l’artista attingerà più volte nel corso della serata. Con I vecchi si torna al classici; e Stai su dà l’occasione al pubblico per giocare con lui. Sono le Notti sfrigolanti di lampioni a imprimere ritmo alla serata, che poi mette in fila, per un colpo al cuore, E adesso la pubblicità, Ora che ho te e Io me ne andrei, brano che pretende un atteso controcanto. E si va in crescendo, ridendo con un metronomo del tempo che passa (per gli altri, ché a lui non sembra toccarlo): Acqua dalla luna, Poster, fino all’amatissima Avrai che apre l’ultima parte del concerto, quella dei ricordi e delle emozioni condivise, delle parole conosciute e delle voci che salgono più alte dalla cavea. Naturalmente c’è Mille giorni di te e di me, che ha sostituito Questo piccolo grande amore nel cuore dei fan ma non in scaletta, e c’è la sempre struggente Amore bello a ricordare quel Claudio «timido e parecchio imbranato» (parole sue) affezionato alla passione che spacca l’anima. Baglioni non gigioneggia ma intrattiene, le luci da set cinematografico lo incorniciano con stile. Nel finale sono tutti sotto al palco: Tu come stai? sembra chiedere l’artista ai suoi accoliti. È un altro cuore spezzato quello di cui canta, ma bando alla tristezza: tocca all’energia di Strada facendo e, soprattutto, de La vita è adesso chiudere e salutare. In fondo è solo un arrivederci: stasera appuntamento ad Arezzo e domani a Imola perché, si sa, non c’è mai fine al viaggio.