Rimini sud, il questore chiama il Comune: "Colonie da illuminare"

«Mi assumo fin da ora l’impegno di accrescere la percezione della sicurezza nella zona di Rimini sud. E’ mio compito preciso, quasi personale, profondere ulteriori sinergie affinché ci sia corrispondenza tra innalzamento dei controlli, abbassamento dei reati e la percezione di sicurezza che a oggi è insoddisfacente». Rosanna Lavezzaro, il questore di Rimini, non si tira indietro, non tenta l’operazione di edulcorare il sapore talvolta amaro della vita che scorre tra le vie di Bellariva, Marebello, Rivazzurra e Miramare. Quasi ogni giorno, soprattutto d’estate, le pagine dei giornali si riempiono di arresti per spaccio, risse e furti, fino ad aggressioni, accoltellamenti e violenze sessuali.
La complessità della situazione
Crimini che spesso (ma non esclusivamente) si registrano nei quartieri ai confini con Riccione. «Quella compresa idealmente tra piazzale Toscanini e Rimini terme – riconosce il capo della Polizia – è indubbiamente una zona che per una serie di concause, non solo da ora, è sempre stata di particolare complessità». Il questore rileva come scendano in campo «tanti fattori», tra i quali la presenza di grandi strutture dismesse, come le colonie, hotel abbandonati, edifici fatiscenti e una serie di elementi di degrado che favoriscono frequentazioni che si potrebbero definire «malavitose». Condizioni che hanno spinto a intensificare i controlli delle forze dell’ordine a Rimini sud, «con nuclei di Reparti prevenzione crimine in aggiunta a quelli ordinari» sottolinea il questore, ottenendo il calo dei reati e l’aumento di presidi.La via da seguire
La strada per cancellare crimine e senso di insicurezza, però, per Lavezzaro non passa solo attraverso controlli e repressione da parte di polizia di Stato, carabinieri e polizia locale. «Conosco la complessità della gestione di queste strutture, come le colonie abbandonate, ma sarebbe importante, da parte del Comune, provare a risanare gli ambienti anche con un’illuminazione più adeguata, e migliorare, anche esteticamente, le aree. So che l’Amministrazione ne è cosciente e che si impegna già per questo, così come che le procedure sono complesse e lunghe, ma è necessario fare un discorso sinergico. Piccole iniziative che sommate danno un buon risultato».Colonie ed ex camping
Quella che un tempo era la colonia Murri, nata per volere dell’omonimo medico bolognese per ospitare bambini poveri o malati, l’ex Villa del sole, la colonia Enel, ma anche il camping Maximum, che ha chiuso i battenti nel 2018, sono solo alcuni dei pezzetti di città che compongono un puzzle fatto di storie difficili e di complicati interventi, anche dal punto di vista urbanistico. «Ci sono andata personalmente parecchie volte – racconta Lavezzaro – ci sono anche piazze in cui fanno spettacoli, ci sono giostre per bambini e locali per famiglie, e questo automaticamente allontana persone un po’ problematiche, solo che queste attività hanno una fine, e a quel punto la città cambia faccia. Fino a mezzanotte Rimini è una città sicura, il problema si palesa, come in tutto il mondo, nelle ore che vanno dalla mezzanotte in avanti». E c’è il problema dello spaccio, che a Rimini «non si concentra in piazze, il che lo rende meno evidente, ma più difficile da contrastare», e quello della prostituzione, come dei transessuali peruviani, che si concentrano a Rivazzurra.Il concetto di sicurezza, d’altronde, ricorda il questore, «è altamente sfuggente, etereo: non si basa quasi mai su fattori oggettivi, coinvolge l’esperienza personale ed è condizionato da basi culturali, fattori personali e soggettivi su cui è difficile intervenire. Solo vedere, passeggiando, grossissimi edifici abbandonati di per sé, indipendentemente dai fatti, genera percezione di insicurezza e degrado». E i fatti, stando ai numeri delle statistiche del Ministero dell’Interno, non riportano un quadro così disastroso: anzi, nel 2023 i reati si confermano in calo rispetto all’anno scorso.