Rimini, prenota una colonscopia: "Visita fissata al 2025"

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Lista d’attesa choc: prenota una visita, si ritrova la colonscopia fissata al 2025. Ha riletto più volte il foglio con la prenotazione senza credere ai suoi occhi. Già sarebbe stato un colpo la data 25 gennaio 2024 ma veder nero su bianco il 2025 è risultato clamoroso. Un caso limite, ancora da verificare, che tuttavia fotografa disagi da sanità lumaca sempre più frequenti in tutta la penisola. I ritardi sul fronte prestazioni diagnostiche, che spesso erano nota dolente anche prima del Covid, hanno subito ulteriori rallentamenti causa contrazione dettata dalla pandemia. Per molti l’alternativa è bussare alla Sanità privata, agli altri non resta che logorarsi.


Sogno o son desto

Tempo di attesa un anno e tre mesi per un parente del segretario del Pd di Riccione, Riziero Santi. Non un anziano, precisa una volta contattato, «ma comunque una persona adulta che necessitava di una colonscopia programmata seppur non urgente».

Ha affidato di recente a Facebook la sua indignazione l’ex presidente della Provincia. «Confermo le preoccupazioni di qualche settimana fa per un sistema sanitario pubblico da riformare», esordisce levandosi qualche sassolino dalle scarpe dopo le critiche ricevute «per quella presa di posizione».

Poi distende i toni vedendo il bicchiere mezzo pieno: «Mi fa piacere– rimarca - leggere di un'iniziativa di chiarimento promossa dal consiglio comunale di Rimini e condivido le preoccupazioni del capogruppo del Pd di Rimini Matteo Petrucci nonché l'iniziativa dell’Emilia-Romagna per ottenere maggiori risorse per la Sanità pubblica, a fronte di un governo nazionale che le riduce». Un po’ meno gli sono piaciute le dichiarazioni di ricorso a privati «per garantire i servizi», ma spera in un confronto che eviti il braccio di ferro. A suo parere, a soffrire di più è la sanità del territorio perciò auspica «un'iniziativa che coinvolga anche le realtà piccole e periferiche».


La replica

Interpellato sul post di Santi, il direttore generale di Ausl Romagna, Tiziano Carradori nota che ogni caso va analizzato in modo puntuale, dati alla mano, evitando di intervenire a vanvera. Gli viene però istintivo escludere che si tratti di una colonscopia urgente. Con l’occasione fornisce un focus sulla realtà riminese dove il reparto di Gastroenterologia ha messo a disposizione una linea telefonica con i medici di medicina generale per filtrare i casi, in considerazione delle lunghe liste di attesa. «Siamo una delle realtà dove si registrano più colonscopie rispetto all’intera Emilia-Romagna», va al punto Carradori. Un nodo che non torna al pettine, «nonostante il considerevole sviluppo di attività messo in campo nell'ultimo anno» fermo restando che una cosa sono le visite di routine e un’altra lo screening per il cancro del colon retto. Non intende negare la questione delle attese, ma il post gli lascia «qualche dubbio rispetto alla piena corrispondenza tra parole e realtà dei fatti».


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