Rimini, "lotta al lavoro nero? Gli ispettori sono decimati"

Aggrediti verbalmente e qualche volta anche fisicamente. Sottodimensionati come organico. I funzionari dell’Ispettorato del Lavoro di Rimini non si lasciano scoraggiare e tirano dritto nella loro lotta alle irregolarità occupazionali. Con risultati di una certa importanza, nonostante l’evidente calo dei controlli effettuati. Spiega Dario Panebianco, responsabile del settore vigilanza: «Gli ultimi dati in nostro possesso sono relativi al 2021 quando, su 296 pratiche ordinarie portate a termine, è emerso un tasso di irregolarità del 73% con 72 lavoratori occupati in nero su 277 irregolari. Il termine irregolari sta per dipendenti ai quali non risultano pagati gli straordinari, o che non hanno usufruito di riposi o ferie». Un fenomeno, quello del lavoro illegale molto diffuso in Riviera, così come in tutti quei territori a forte presenza di occupazione stagionale. «Certo – conferma Panebianco -, la gran parte degli impieghi irregolari, infatti, spunta nel corso dei controlli estivi e tra i contratti stagionali concentrati, principalmente, nel settore turistico, alberghi e ristoranti, e del commercio». Controlli normativi, però, più che dimezzati rispetto al periodo pre-covid «quando, con un organico ben più corposo dell’attuale, eravamo in 15, ora quasi dimezzato, noi ispettori civili completammo 753 pratiche di vigilanza ordinaria e riuscimmo a portare alla luce un tasso di irregolarità del 62%, inferiore, però, a quello dello scorso anno, con un numero di lavoratori in nero individuati pari a 265 su 649 irregolari». Dunque, con la pandemia, come vediamo dai dati, le irregolarità sembrano aumentare. «Nel 2020 – continua la sua esposizione dei dati Panebianco – su 394 pratiche è venuto alla luce un tasso di irregolarità del 71%, con 124 lavoratori in nero su 406 irregolari».