«Arriva un’età in cui devi goderti il meritato riposo». Giorgio Mussoni, figura inossidabile delle spiagge della Riviera, dà il suo addio al “sindacalismo” balneare. E lascia l’incarico di presidente nazionale degli Operatori associati spiagge italiane (Oasi) al riccionese Diego Casadei: «Un bagnino bravo e preparato. Che ha già fatto una lunga gavetta come presidente regionale e che quindi merita questo riconoscimento».
Mussoni, come si sente da pensionato?
«Pensionato? Io non mollo. Mi hanno fatto presidente onorario Oasi e se Diego vorrà, io ci sono sempre per un aiuto o un consiglio. Non potrei fare altrimenti, visto che il sindacato Oasi ho contribuito a fondarlo io una cinquantina d’anni fa. E poi sono ancora presidente della cooperativa bagnini Rimini nord».
Proprio non riesce a stare a casa…
«Diciamo che sono stato così tanti anni a contatto col mare che non posso starne lontano. E se ho deciso di tirare i remi in barca adesso è per una questione d’età, ma non solo… Sa quanti ne ho?»
No, quanti?
«86 anni. Comunque le dicevo, un po’ per l’età, ma molto per motivi familiari».
Quando ha capito che la spiaggia sarebbe stata la sua vita?
«Intorno ai 30 anni. Io fino a quel momento mi ero dedicato alla pesca, dai 16 anni fino, appunto, ai 30, ho fatto il pescatore: ho presieduto anche la cooperativa pescatori Rimini nord».
Poi?
«Poi mi sono reso conto che quel tipo di pesca, vongolari, a strascico, insomma non quella d’altura tanto per intenderci, non mi avrebbe dato un futuro. E allora ho iniziato a lavorare per mio nonno nel suo stabilimento balneare di Viserbella, alternandomi tra peschereccio e ombrelloni».
Una tradizione di famiglia quindi?
«Certo. Mio nonno può essere considerato un antesignano della spiaggia. Ha iniziato a fare il bagnino nel 1910».
Lei invece quando ha aperto il suo bagno?
«Diciamo che ho rilevato quello di famiglia. Era la fine degli anni 50, primi anni 60. Una vita fa… Qualche ombrellone, qualche sdraio… E oggi alla concessione 44-45 di Viserbella abbiamo duecento ombrelloni, un ristorante e un bar. Insomma, uno stabilimento completo».
Ha abdicato anche lì?
«Ho lasciato le redini a mio figlio Davide, l’unico figlio che ho, che per fortuna ha deciso di seguire la mia strada e quella della mia famiglia. In perfetta continuità. Il ricambio è fondamentale in tutti i settori».
Mussoni, con la Bolkestein come la mettiamo?
«Io credo che il male peggiore sia la burocrazia italiana, non tanto la Bolkestein. Comunque, quello che considero fuori da ogni discussione in tutta questa vicenda è che devono riconoscerci il valore di mercato dell’attività. C’è anche una sentenza della Corte di giustizia europea a sancirlo»
Ottimista per questa stagione balneare?
«Io sono ottimista di natura. Altrimenti non avrei fatto questo lavoro, che dipende esclusivamente da quello che deciderà la natura. È sufficiente una stagione brutta, all’insegna del maltempo, e tutti i conti che avevi fatto all’inizio improvvisamente saltano in aria».