Rimini, la protesta dei pescatori sportivi: "Dateci le spiagge anche in estate"

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Monta la protesta dei pescatori sportivi: «Dateci le spiagge anche d’estate». «L’Emilia Romagna è – spiega il riminese doc, Marco Righetti, agonista del team Surfcasting Adriatico Maver e tre volte campione provinciale - l’unica Regione in Italia dove vige il divieto di questa disciplina da Pasqua sino a metà ottobre». Il divieto s’imporrà anche quest’anno? «Se lo sta chiedendo oltre un migliaio di pescatori sportivi e ricreativi tra Rimini e Cattolica», allarga le braccia.

In attesa dell’ordinanza balneare

A puntare i riflettori sull’intricata vicenda interviene anche il vice commissario tecnico della Nazionale italiana Surfcasting (pesca dalla spiaggia), nonché presidente dell’Asd Surfcasting Adriatico Maver, Eugenio Ucci, un agonista cesenate che ha indossato la maglia azzurra in otto mondiali. «A decidere sarà come sempre l’Ordinanza balneare dell’Emilia-Romagna che - rimarca - a differenza di quanto accade nelle restanti regioni, vieta anche in orario notturno la pesca sportiva dalle spiagge e dalle scogliere per tutta la bella stagione». Inutili finora le rimostranze di quanti, appellandosi al diritto allo sport, hanno tentato di far cambiare rotta alle autorità regionali. Del resto neanche la Federazione italiana pesca sportiva ed attività subacquee, riconosciuta dal Coni e che vanta ad oggi 3.500 società sportive e la bellezza di 245mila tesserati, è riuscita a trovare un punto d’incontro con la Regione».

Il blocco assoluto, unici in Italia

Ucci ribadisce che le ordinanze emanate negli ultimi anni a regolare l’uso delle spiagge, durante la stagione balneare estiva, «riportano sempre la stessa dicitura. Ovvero: è vietato 24 ore al giorno “l’esercizio di qualsiasi tipo di pesca nella fascia di mare per una distanza da zero a 500 metri dalla costa”». Oltre al danno la beffa quindi «perché - fa notare il campione - a differenza del resto della penisola dove, quantomeno nelle spiagge libere e da alcune scogliere, rispettando poche semplici regole, gli appassionati possono praticare questa disciplina dalle 20 alle 8 del mattino, o comunque in modi e tempi dettagliatamente disciplinati dalle autorità locali, da noi non si può e basta».

Le deroghe di ottobre

Fa eccezione solo una «deroga per tre o quattro sere di ottobre, di sabato sera». Deroga concessa sulle spiagge del ravennate per la disputa del campionato provinciale di Surfcasting. Gara necessaria per «consentire agli agonisti l’accesso ai campionati nazionali». Parentesi a parte, viene dimenticata, si rammarica Ucci, che «la pesca è un’attività a zero rischio Covid. E che, particolare non trascurabile, muove un indotto rilevante fornito da centinaia di aziende e lavoratori della Regione, dagli ami alle esche, passando per l’abbigliamento tecnico». Ancor più grave, il fatto che, afferma, «tale norma limiti la libertà ed il diritto allo sport di residenti e turisti», sebbene proprio in Emilia Romagna «abbiano sede numerose associazioni che partecipano regolarmente ai campionati nazionali di pesca dalla costa, organizzati dalla Fipsas». Ed il paradosso, aggiunge il campione, è che tutti «per esercitarsi senza rischiare sanzioni, debbano spostarsi nelle Marche o in Veneto, macinando chilometri e sacrificando tempo, pur avendo a due passi da casa il nostro meraviglioso mare». Situazione ben diversa fuori confine, sottolinea, dove le amministrazioni locali hanno disciplinato da tempo le modalità di svolgimento della pesca sportiva dalla costa.

I pendolari

Tra gli “sfortunati” pendolari, è finito anche un fuoriclasse come lui che, come tutti gli altri residenti dell’Emilia Romagna, per allenarsi deve mettere «in conto un’ora di viaggio verso nord o verso sud». Eppure le spiagge nostrane, punta il dito, «non sono diverse da quelle della Versilia o del resto d’Italia, dove in orario notturno è consentito pescare». Anzi data la loro ampiezza «potrebbero addirittura risultare più sicure e fruibili», evidenzia. Nonostante l’ampio ventaglio di iniziative messe in campo per tentare un giro di boa, «come varie istanze ed una recente raccolta firme che interessa la zona di Ravenna», si è sempre arrivati a stringere solo un pugno di mosche. «Le autorità –-conclude Ucci con amarezza - rimangono completamente indifferenti a queste richieste, poiché provengono da una minoranza che da sempre caratterizza solo le nostre coste, senza riuscire a far valere il proprio diritto allo sport».

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