Rimini. L'addio di La Mura, "Era la mia seconda casa"

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Dopo tre anni alla guida del comando provinciale dei carabinieri di Rimini, il colonnello Mario La Mura lascia gli uffici di via Carlo Alberto Dalla Chiesa e torna a Roma al comando generale dove guiderà l’Ufficio delle relazioni con il pubblico. Il commiato con la stampa, è stata l’occasione per fare un bilancio bis della sua esperienza in quella che un tempo era identificata solo come il “divertimentificio d’Europa” «mentre solo vivendoci tutto l’anno si capisce cosa sia realmente nelle sue molteplici manifestazioni. Forse gli stessi riminesi non si rendono conto che questa città ha una rilevanza pari a un capoluogo di regione, per esempio con le manifestazioni della Fiera o il Meeting. Solo quest’anno mi è capitato di incontrare il presidente della Repubblica Mattarella e già due volte la presidente del Consiglio Meloni: non succede in qualsiasi capoluogo di provincia».

Contrasto alla criminalità

Rimini una città «che per me è una seconda casa, molto più sicura di quanto venga percepito». Affermazione quest’ultima che cementa con i numeri: nell’ultimo anno i reati sono diminuiti del 10 per cento; addirittura segna un meno 73 per cento la voce rapine schizzata ai massimi livelli nel 2021 quando soprattutto Riccione è finita nel mirino delle baby gang. Ma il comando provinciale e la Compagnia ha varato un piano d’azione «che ci è stato copiato da diverse realtà del Paese. Grazie anche al lavoro in sinergia con la Polizia ferroviaria e altri comandi provinciali, abbiamo iniziato a controllare chiunque scendesse da un treno proveniente dal nord a Rimini e Riccione, annotando nomi e cognomi; ma anche l’abbigliamento indossato molto importante anche in caso di ricerche dopo una rapina». Controllo del territorio “assaggiato” anche dai 15 rapinatori di Rolex raggiunti da altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere (due invece i denunciati) a seguito delle indagini del Nucleo operativo riccionese; questa stagione hanno colpito solo due volte.

Muscoli in mostra

Nel piano dei contrasto un altro fattore importante è stato l’impiego da quest’anno delle Squadre d’intervento operativo (Sio): «Vedere intervenire due macchine con a bordo 5 militari dotati di attrezzature di ben diversa portata rispetto a quelle di un normale equipaggio del Radiomobile è sicuramente di tutt’altro impatto». In questi tre anni sono state 1.300 le persone arrestate (618 per reati predatori) e 8mila quelle denunciate «nelle nostre 20 caserme, vengono denunciati l’80 per cento dei reati commessi in provincia». Arma particolarmente vicina alle donne «in questi anni abbiamo inaugurato a Rimini la terza “Stanza tutta per te”» ed agli anziani «che abbiamo cercato di proteggere dalla truffe con l’iniziativa fatta assieme al Gruppo Sgr e a Le Befane». Un milione di euro, invece, il valore dei sequestri eseguiti per la normativa antimafia in alcuni casi già arrivati alla confisca».

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