Rimini. Immagini di bimbi violentati: due riminesi indagati
Un operaio e un libero professionista residenti nell’entroterra. Sono le professioni dei due riminesi coinvolti in “Revelatum” ennesima inchiesta sulla pedopornografia on line condotta questa volta dalla Procura della Repubblica di Bari. Ottanta le persone indagate in tutta Italia: otto quelle finite dietro le sbarre, 67 le perquisizioni con relativi sequestri eseguiti. Un manipolo di orchi senza pudori e sentimenti alcuno anche davanti alla sevizie subite da bambini di neanche un anno. A casa del 30enne e dell’uomo di 54, su mandato dei pubblici ministeri Carla Spagnuolo, Daniela Chimienti e Angela Moria Morea, la Polizia postale di Rimini ha sequestrato computer, smartphone, hard disk dove hanno trovato una parte dei 500 terabite ovvero milioni di immagini raccapriccianti scambiati tra i pedofili.
L’inchiesta
L’indagine, durata un anno e mezzo, è stata curata dalla Polizia postale di Foggia e Bari con il coordinamento del Servizio polizia postale e delle comunicazioni e del Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online, sotto la direzione della Direzione distrettuale antimafia di Bari.A mettere in moto gli investigatori pugliesi del Web nel 2020 una segnalazione anonima sulla presenza di materiale pedopornografico all’interno di un cloud. In una cartella “Porno” all’interno della quale, a sua volta, c’erano 19 sottocartelle con nomi riferibili al genere di file. È così iniziata la caccia alle immagini che ritraevano minori in atti sessualmente espliciti ed a coloro che ne erano venuti in possesso. Le indagini hanno inoltre portato al sequestro di circa 60 dispositivi, e a diversi «spazi virtuali», oltre a 500 Tera di materiale.
I poliziotti della Rete di Foggia e Bari hanno analizzato 2.643 account e scoperto 421 file «di chiara natura pedopornografica», “uploadati” da 3.011 utenti italiani.