Rimini, il sindaco in Germania ai turisti: "Abbiamo bisogno di voi"

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È vero, la Romagna, in passato e anche in queste ore, ha dimostrato di sapere reagire e appena la furia dell’alluvione si è arrestata ognuno ha iniziato a fare la propria parte e anche di più per pulire e ricominciare. Però bisogna ammettere che serve l’aiuto di tutti: governo, istituzioni, turisti. È il senso del messaggio firmato ieri dal sindaco Jamil Sadegholvaad, dopo che nei giorni scorsi aveva spiegato: il migliore gesto di vicinanza nei confronti della Romagna è quello di prenotare una vacanza in riviera.

“Germania arrivo”

Ieri il primo cittadino è volato a Francoforte in Germania per una “ventiquattro ore” dedicata alla «promozione del nostro turismo» e «all’attività del Palacongressi». L’occasione, anche, per ricordare la storia raccontata da un bagnino di Riccione datata 8 giugno 1964, quando la costa adriatica, da Cesenatico a Cattolica, fino ad Ancora, venne spazzata via da una sorta di “tsunami” alla vigilia dell’estate con gli alberghi già affollati. «Ci furono anche morti e danni per parecchi miliardi di lire. I bagnini, riccionesi, riminesi, scesero in spiaggia per rimettere subito in ordine». Morale? «Questi eravamo noi e siamo noi, ancora oggi. Allora non restammo da soli: furono proprio i turisti tedeschi a scendere in spiaggia insieme ai nostri per rimettere in piedi le cabine, pulire, confortare, aiutare».

“Serve l’aiuto di tutti”

Dal cielo sopra Francoforte, quindi, Sadegholvaad coglie l’occasione per evidenziare un concetto: la Romagna è capace a rialzarsi, ma ha bisogno di una mano. Sabato la ministra al turismo Daniela Santanchè sarà a Rimini insieme all’assessore regionale al turismo Andrea Corsini, per presentare una campagna promozionale dedicata al mercato italiano e a quello straniero, in particolare tedesco. «Siamo fatti così – conclude a questo punto il sindaco –: non ci arrendiamo, non aspettiamo neanche che le lacrime si asciughino, abbiamo una tempra speciale in cui la reazione al dolore è l’ottimismo. Ce lo hanno insegnato i nostri nonni, i nostri genitori, continuano a farlo in queste ore i nostri ragazzi, in quello che potrebbe essere un evento di ricostruzione anche “morale” del nostro Paese come fu l’alluvione di Firenze del 1966». Ma? «Non possiamo dimenticare l’altro insegnamento che ci viene dal racconto dell’anziano di Riccione: nel 1964 ci hanno aiutati. Furono gli ospiti, gli amici, gli antenati dei giovani che ancora oggi affollano le nostre spiagge e magari verranno proprio qui tra pochi giorni per trascorrere in Riviera la classica vacanza della Pentecoste. Perché allora come oggi saremo pronti tra pochi giorni ad aprire i nostri ombrelloni. Noi romagnoli facciamo da soli ma, e non è una contraddizione, abbiamo insieme bisogno degli altri. Ieri dei turisti tedeschi, oggi delle istituzioni e di tutti gli italiani. Non siamo abituati a chiedere perché siamo fatti così ma anche stavolta dobbiamo sapere che abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti».

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