«La mia spiaggia vieta l’accesso ai cani. Che male c’è?». Fido non solo è il benvenuto in Romagna ma al centro dell’attenzione, talvolta però la convivenza tra bagnanti con animali al seguito e il resto della spiaggia si riduce al braccio di ferro. Le richieste aumentano e le spiagge sfornano proposte a misura di code scodinzolanti. Ma c’è chi dice “no” all’accesso degli animali sull’arenile per tutelare villeggianti con altre esigenze. Si tratta dell’“Aloha Your beach 83” che mette nero su bianco, fin all’ingresso, la sua scelta aziendale in un cartello: «Più spazio, no animali, 100% relax».
Così fan tutti
A Rimini oltre la metà degli stabilimenti, circa 150, offrono zone e servizi riservati ai cani, alcuni anche a pagamento. Più in generale, anche nelle strutture non specializzate, le regole sono dettate dall’ordinanza balneare regionale. Per gli animali è possibile anche sguazzare in mare in certe ore (dalle 6 alle 8 e dalle 18.40 alle 21) e in determinati punti.
Differenziare l’offerta
Contattato, il titolare che preferisce restare anonimo getta acqua sul fuoco: «Non ho niente contro gli animali, anzi ho dei cani anch’io. Detto questo, offro un servizio diverso, l’unico in un chilometro di sabbia tutto pet friendly». Tradotto: la spiaggia, dove è al timone da tre anni, apre i battenti solo a persone che non accettano la vicinanza con animali per i più disparati motivi: da allergie a traumi pregressi, incluse cause igieniche «rifiutandosi di far giocare i figli dove poco prima ha espletato i suoi bisogni un cane». Carte alla mano, spiega di essere nelle regole: «Secondo l’ordinanza regionale gli animali non possono accedere alle spiagge a meno che il bagnino non faccia richiesta al Comune. Io non l’ho fatta». Quanto al rifiuto dei suoi clienti, talvolta è questione di sensibilità. C’è chi non porta cani in spiaggia «per non farli tribolare a temperature elevate, o soffre nel vederli chiusi in recinti o legati agli ombrelloni come prevedono le norme». E tira le fila: «L’esigenza era creare una zona priva di limitazioni per determinati bagnanti».
L’altalena dei prezzi
Nessuna polemica, ribadisce, notando come qualcuno abbia bisogno di tenere un animale al proprio fianco e qualcuno no. Dopo le riflessioni, scocca la frecciata: «Per un bagnino è molto più conveniente dare l’ok, considerando le tariffe doppie che si possono intascare. L’Aloha invece si è ritagliato un ruolo in controtendenza, accogliendo una richiesta specifica di tanti alberghi che sorgono tra Rimini e Bellariva». Quanto alle polemiche fa orecchi da mercante, notando che la stagione balneare «dura tre mesi e che Rimini com’è giusto deve garantire spazio per tutti». Per chi la pensa agli antipodi, conclude, non c’è che l’imbarazzo della scelta a partire dal vicino lido di “Rimini dog no problem” dedicato al 100% all’amico più fedele dell’uomo, «io – dice - penserò a chi ha due piedi».
Caso isolato
Sulla questione interviene il presidente di Confartigianato Imprese demaniali, Mauro Vanni, osservando come “Aloha” sia una mosca bianca nel panorama riminese. «Gli stabilimenti balneari – segnala - sono più o meno specializzati in questo tipo di accoglienza ma tutti accettano l’ingresso dei cani che poi devono rimanere sotto l’ombrellone del proprietario rispettando regole ben precise. Non mi risultano – va dritto al punto - altri casi di divieto totale».