Rimini. Hotel Derna chiuso dal Comune: applicati i sigilli

Il primo avviso di sfratto ai 55 disperati costretti a pagare fino a 450 euro al mese per dover dormire anche in uno sgabuzzino per abiti trasformato in camera da letto, era arrivato alla fine dell’anno quando un blitz della Squadra giudiziaria della Polizia locale a soggiornale nelle stanze gelide riscaldate (si fa per dire) da stufette non a norma, aveva permesso di trovare diversi clandestini. Il secondo a gestori e proprietà è arrivato dopo la visita inattesa del personale delle divisioni Amministrativa della Questura e della Polizia locale, dei Vigili del fuoco e del Dipartimento Igiene e sanità dell’Azienda Usl Romagna. Era l’alba dello scorso 18 gennaio e dopo quell’ulteriore sopralluogo, il nome dell’hotel Derna di via Leopardi 1 a Marina centro, è finito in cima alla lista delle priorità degli scempi cui mettere fine il più presto possibile. Ieri mattina la missione che per un momento sembrava aver subito un rallentamento quando il Tar dell’Emilia-Romagna ha accolto la richiesta di sospensiva d’urgenza di un primo provvedimento di chiusura, è arrivata al completamento. A gestori e proprietari dei muri fradici di umidità e muffa, infatti, è stata notificata un’ordinanza di cessazione dell’attività. A firmarla il capo dello Sportello unico attività produttive (Suap) del Comune.

Colpo di grazia

A dare la spallata decisiva all’applicazione dei sigilli, la relazione fatta pervenire a Palazzo Garampi lo scorso 3 febbraio dal comando provinciale dei Vigili del fuoco. Nel verbale è stato scritto, nero su bianco, la pericolosità della struttura risultata in attività senza aver mai presentato la Scia (segnalazione certificata di inizio attività). Una vera e propria bomba ad orologeria, aperta nonostante la mancanza di tutti i requisiti antincendio e in totale carenza delle norme di sicurezza.

Tante irregolarità

Diversi gli illeciti riscontrati dagli agenti nei controlli più approfonditi. Il Villa Derna attività dichiarata stagionale e quindi non obbligata ad avere un impianti di riscaldamento, ai sui ospiti offriva calore con termo ventilatori; non è risultata rispettata la classificazione (ufficialmente risulta essere un tre stelle). Nella totalità degli ambienti singoli e condivisi - cucina compresa dove tutti potevano accedere per farsi da mangiare - non sono risultate garantire le minime norme di igiene. Cosa succederà adesso? Sicuramente i controlli continueranno per capire qualche altra irregolarità è sfuggita ai controlli.

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