Rimini. Extralusso e gioielli, Tamburini fa tris in centro storico

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Uno spazio espositivo di oltre 300 metri quadri, 7 dipendenti, brand extralusso. E’ la nuova gioielleria aperta dalla famiglia di Aldo Tamburini, in pieno centro, nel cuore antico di Rimini, in via IV novembre, a due passi da piazza Tre Martiri. Una via che, per la presenza di altre due gioiellerie, l’ultima al civico 19, le altre due ai civici 4 e 24, si può definire “via dell’oro”. «Una scelta aziendale la nostra – commenta Barbara Tamburini, una delle proprietarie dello storico “marchio” riminese del commercio degli oggetti preziosi, operativo dal 1960 –. Un modo anche per illuminare la strada. Perché quando c’è luce, c’è vita».

E quando c’è luce c’è anche meno criminalità, conferma?

«Proprio così. Per questo abbiamo deciso di investire non solo a Rimini, la nostra città, al contrario di altri che aprono negozi altrove, ma proprio in via IV novembre dove abbiamo già altre due attività di preziosi. Perché calando il “buio”, cresce il movimento di persone e, di conseguenza, anche la sicurezza. Impianti d’allarme e telecamere a parte».


Un investimento corposo il vostro

«Come in tutti i settori, dall’industria all’artigianato, dal turismo al commercio, se non si investe, come alternativa resta la chiusura. L’imprenditoria è fatta di investimenti. Nel nuovo negozio abbiamo 7 dipendenti, per un totale di 18, compreso il personale impiegato nelle altre due gioiellerie, e uno spazio espositivo di 350 metri quadri».


Puntate all’extra lusso?

«Abbiamo brand nazionali e internazionali di una certa importanza che chiedono spazi espositivi ampi. E che, naturalmente, rientrano nel segmento extralusso. Ma abbiamo anche prodotti alla portata di tutti. Diciamo più economici. E operiamo anche nel post vendita, attraverso le riparazioni in laboratorio».


C’è ancora spazio a Rimini per le griffe del lusso?

«Sicuramente sì. Ed è proprio il motivo che ci ha spinti ad investire in città, in centro soprattutto».


Insomma, il lusso non sembra conoscere crisi.

«Come in tutto i settori anche il comparto dei gioielli ha attraversato il suo momento difficile. Ad esempio il covid ha messo in difficoltà un po’ tutti, tra chiusure e restrizioni. Poi con la guerra in Ucraina sono spariti i russi che rappresentavano una fetta importante di mercato. Ma bisogna essere resilienti e saper affrontare le difficoltà. E noi in famiglia abbiamo l’esempio di nostro padre Aldo che, da garzone di bottega, iniziò a lavorare a 14 anni presso la gioielleria Restani Tagliatti, ha dato vita a questa attività».


L’oro, così come le pietre preziose, hanno subito dei rincari?

«Sì. Diciamo che in tre anni i prezzi dei prodotti sono aumentati del 20%-30%, in linea comunque con quella che è, purtroppo, la situazione internazionale».


Tamburini, la criminalità vi preoccupa?

«Preoccupa noi, come preoccupa tutti i riminesi. Le nostre misure di sicurezza comunque le abbiamo attivate. E poi sono certa che laddove c’è luce, ma anche laddove c’è movimento e gente in giro, non ci sono i criminali. E noi di luce ne abbiamo creata tanta in via IV novembre».

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