Rimini, Esse Romagnola mette a tavola i milanesi

È un po’ come la Z di Zorro. Colpisce e lascia il segno. Solo che qui si parla di S, la Esse Romagnola, che dopo il cuore del Borgo San Giuliano ha colpito al cuore anche Milano. Sì, perché il ristorante aperto nel dicembre 2017 dai fratelli Fabrizio e Diego Nanni con le mogli Alice Gualtieri e Sofia Zannoni sulle ceneri del Lurido ha raddoppiato e da novembre scorso ha un “gemello” nel capoluogo lombardo. In via Tortona, la zona degli show-room della moda e del Salone del Mobile. Nella città più europea d’Italia propone carne, ragù, pasta fresca e tutti gli ingredienti della nostra tradizione raccogliendo consensi e clienti a volontà. Lo rivela proprio Fabrizio Nanni, riavvolgendo il nastro di un primo trimestre oltre ogni più rosea aspettativa che ora pensa al tris, al poker e anche al di fuori dei confini del Belpaese.

Come è nata l’idea di raddoppiare a Milano?

«Quando aprimmo a Rimini, manifestammo fin da subito il sogno di portare la cucina romagnola in tutta Italia e nel mondo. L’ambizione è sviluppare il format in altre città e speriamo Milano sia l’apripista di altri punti vendita nel nostro Paese ma anche all’estero. La nostra cucina è considerata infatti una delle migliori in assoluto, ma non c’è una capilarizzazione a livello globale e questo ci stimola a cercare di essere i primi a crearla».

Come è strutturata la Esse Romagnola a Milano?

«Le dimensioni sono le stesse di quelle del Borgo, una metratura importante per il capoluogo lombardo. La metà del personale viene da Rimini, è di Rimini e ha lavorato con noi in Romagna: questo per dare un’impronta della nostra accoglienza soprattutto a livello empatico e di servizio. Io e Diego ci alterniamo e veniamo su tutte le settimane, dividendoci i compiti per argomentazioni: lui e Sofia si occupano più della parte organizzativa e di formazione del personale, io e Alice degli aspetti economici, di sviluppo, comunicazione e marketing»

Un primo bilancio?

«Ci aspettavamo un avvio più soft, invece per fortuna siamo partiti subito molto forte. Stiamo lavorando tantissimo anche a pranzo con i protagonisti del mondo della moda: di fronte abbiamo poi Deloitte che con i suoi 2000 addetti garantisce un bel flusso. Le persone impazziscono per la piadina e i primi fatti in casa (tagliatelle, cappelletti e passatelli), ma vanno per la maggiore anche coniglio e galletto nostrani. Abbiamo inaugurato il 10 novembre e visto come vanno le cose ci sono già in cantiere altri sviluppi».

Quale è il cliente tipo a Milano?

«Il target è vario, si va dallo straniero alla famiglia o alle coppie: Milano è meno targettizzata di Rimini, chiaro che anche per la zona in cui siamo la clientela è soprattutto quella business.

Accennava a nuovi progetti.

«In questo settore non bisogna mai stare fermi e abbiamo sviluppi in cantiere sia su Milano che altrove: stiamo guardando in Italia e oltralpe per fare della Esse Romagnola un brand trasportabile e sviluppabile in ogni continente».

Tutto senza dimenticare le radici e le altre attività made in Rimini

«Assolutamente. Nella nostra città io, Giacomo Gualtieri e Manuel El Quoti alle Cantinette abbiamo l’Osteria delle Poveracce e lo Zibaldone, mentre Diego è uno dei soci che ha riaperto e porta avanti lo storico Bar Zeta insieme a Matteo e Marco Brighi, Oscar Muratori, Fabio Cerchi e Diego Urbinati: tutto con la medesima a passione per il nostro lavoro».

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