Rimini, Esse Romagnola attaccato sui social: i titolari denunciano ex dipendente

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  • 16 settembre 2023

Il noto ristorante di Borgo San Giuliano, “Esse Romagnola”, preso di mira sui social costretto a difendersi in Tribunale a colpi di querele per diffamazione e stalking. Non ha il buon sapore del ragù romagnolo, di cui alla “Esse Romagnola” sono famosi estimatori, ma ha il sapore di una calunnia e una persecuzione di cui gli stessi soci non riescono a capacitarsi. L’ultimo post è delle 17,30 di ieri e continua a gettare fango e discredito su uno dei più affollati ristoranti del Borgo. I post, tutti scritti dalla stessa persona, che non si nasconde nell’anonimato ma anzi specifica di essere un ex amico dei gestori, un ex dipendente come commis che ha lavorato da loro 25 giorni nel 2021 e che ha nel curriculum la cucina di qualche localino di Rimini come commis (non come cuoco), fanno riferimento a questioni personali ma prendono di mira la cucina e piatti serviti ai clienti.

Botta e risposta

«Niente di tutto questo è vero - spiega l’avvocato dei titolari del ristorante, Piergiorgio Tiraferri -. Si tratta di diffamazione che nulla ha a che fare col ristorante o con la sua cucina. Cattiverie postate per dare fastidio e creare danno in una sorta di vendetta personale capibile anche dai toni dei commenti. Questa persona è stata da noi denunciata già nel 2021, siamo davanti al giudice monocratico in una causa per diffamazione. Lunedì depositeremo un’altra denuncia-querela portando all’attenzione della Procura elementi tali da configurare anche il reato di stalking». L’ex commis di cucina, difeso dall’avvocato Francesco Vasini, avrebbe lavorato due anni fa e solo per 25 giorni nella cucina della Esse Romagnola, ma su Instagram si lascia andare a “rivelazioni” molto pesanti. «Giustamente i miei clienti sono preoccupati - spiega ancora l’avvocato Tiraferri - perché usare i social per screditare un’attività può comportare un danno economico assai serio che non va sottovalutato».

La “gogna” sui social

Intanto ieri pomeriggio il tam-tam si è propagato dai social allargandosi a macchia d’olio tra i riminesi. «Noi continuiamo a lavorare con serietà nell’attività in cui abbiamo messo tutti i nostri sacrifici - dicono dal ristorante - consapevoli che non si diventa una delle attività più rinomate di Rimini avendo un metodo di lavoro come dice un soggetto che ha lavorato da noi 25 giorni: abbiamo 60 dipendenti tra Rimini e Milano e sono passati dal 2017 più di 200 persone a lavorare con noi e non abbiamo mai avuto problemi con nessuno. Continueremo, come sempre abbiamo fatto, a lavorare con umiltà e dedizione per soddisfare i nostri clienti che per noi sono la cosa più importante. Siamo consapevoli che questo comunicato scatenerà gli istinti grafologici dell’autore - proseguono - che continuerà nella sua opera intrapresa, non capendo che questo può solo aggravare la sua posizione. Dovevamo questo chiarimento ai nostri clienti. Il nostro silenzio tenuto fino ad oggi, che proseguirà, è solo rispettoso delle regole e siamo fiduciosi che la magistratura, previa verifica, saprà risolvere la situazione secondo le regole di un paese civile».

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