Piace ai sindaci della Riviera il nuovo progetto del Parco eolico. Soddisfa la decisione della società Energia Wind 2020 di allontanare la prima pala dalle 9,5 alle 12 miglia dalla costa. Con una riserva, però, espressa, peraltro, in modo unanime: «Bene la proposta, purché ad impatto visivo zero».
Sottolinea l’assessore all’Ambiente del Comune di Rimini, Anna Montini: «La nostra posizione è stata espressa in maniera chiara e ferma già alla presentazione del primo progetto, quello che prevedeva la prima pala a 4,8 miglia dalla costa: l’impianto deve essere ubicato il più lontano possibile dalla riva. E così è stato. Queste 12 miglia, per la prima pala, e 21 miglia per l’ultima, potrebbero rappresentare la soluzione migliore, non solo per l’impatto visivo, ma anche per l’attività di pesca, che con le 9,5 miglia dell’ultimo elaborato poteva rischiare di uscirne penalizzata».
Continua Montini: «Aspettiamo di vedere questa ulteriore revisione del progetto con una descrizione di tutti gli aspetti collegati. E vediamo come si esprimeranno ministero dell’Ambiente e Regione, i due enti preposti a dare l’ok definitivo: la Regione per via delle sabbie relitte del fondale, che potrebbero essere pregiudicate dall’impianto, e il ministero per l’impatto ambientale. Comunque, se la distanza va nella direzione giusta, c’è la ricaduta economica sul territorio ancora da valutare. Magari attraverso la realizzazione, da parte della società, di impianti fotovoltaici a servizio della comunità, oppure con l’utilizzo, per Rimini, di parte dell’energia prodotta: non dimentichiamo che la stazione di collegamento con la rete di distribuzione nazionale è ubicata sulla terraferma, sopra la Statale».
Riccione resta ferma a 18
Frena, però, gli entusiasmi l’assessore all’Ambiente del Comune di Riccione, Christian Andruccioli: «La nostra richiesta è sempre la stessa: 18 miglia per la prima pala, da lì non ci muoviamo. Perché riteniamo che un comune a vocazione turistica come il nostro debba proteggere la propria bellezza: mare e panorama. Se poi il rendering dimostrerà che con le 12 miglia l’impatto visivo degli aerogeneratori sarà pari a zero allora ben venga questa proposta. Altrimenti rilanceremo la nostra, quella delle 18 miglia. E poi c’è l’aspetto legato alle compensazioni per il territorio: qualcosa dovrà tornarci indietro, anche in termini di calo delle bollette. Staremo a vedere».
L’energia prodotta
Un punto, questo, sul quale il sindaco di Misano, Fabrizio Piccioni, preferisce passare la palla al governo: «Attualmente non potrebbe essere sfruttata in chiave locale l’energia prodotta dal parco eolico, perché finirebbe tutta nella rete energetica nazionale. Per questo diventa necessario che l’esecutivo provveda a modificare la normativa. Sarebbe assurdo, infatti, solo pensare che da un impianto di questa portata, realizzato sul nostro territorio, le popolazioni della Riviera e dell’Entroterra, non potessero ricevere nulla in cambio. In termini di vantaggi energetici, ovviamente». Poi sull’aspetto dell’impatto ambientale, Piccioni rilancia il “Sì” condizionato: «Come amministrazione siamo e saremo sempre favorevoli alla produzione di energia pulita. In questo caso, però, c’è un fattore determinante che incide: quello del panorama da proteggere e del belvedere da garantire ai turisti. Siamo un comune a forte vocazione vacanziera, che basa la propria economia sul mare, sulle spiagge, e, soprattutto, sulla bellezza del proprio litorale. Ecco perché siamo preoccupati dall’impatto visivo. Perché non sappiamo come potranno reagire i turisti. Per cui, bene questo nuovo progetto, con prima pala a 12 miglia, purché i piloni non si vedano dalla costa».
Servono i ristori
Sulla stessa lunghezza d’onda la prima cittadina di Cattolica, Franca Foronchi: «Due sono i punti sui quali non si potrà prescindere: l’impatto visivo, e su questo vorrei che potesse esprimere la propria opinione, negli incontri con la società, anche il collega di Gabicce, visto che il San Bartolo ricade sul suo territorio e che dall’alto del colle la fila di pale è ancora più visibile. E i ristori». S’interroga, a questo punto, la sindaca: «Cosa porterà in termini di vantaggi economici questo impianto? Quale sarà la ricaduta per i cittadini di Cattolica e del resto della Riviera? Le nostre bollette caleranno? Questo non ci è stato ancora chiarito. E sarebbe opportuno ci venisse spiegato. Fermo restando che siamo a favore delle energie rinnovabili e pulite».
Le lucine rosse e l’orizzonte
Chiosa allora il sindaco di Bellaria, Filippo Giorgetti: «Non credo che un paio di miglia e mezza in più verso il largo facciano la differenza. Quello che, invece, ritengo di fondamentale importanza sia capire quali sono le spese e quali i vantaggi che l’impianto potrà portare al territorio. Anche perché, col nuovo elaborato parte del parco andrà a ricadere in acque extraterritoriali, normate da leggi e regolamenti diversi dai nostri. Ecco perché un’analisi dettagliata costi-benefici diventa necessaria. Dopodiché si potrà parlare di distanza e di impatto visivo: come ad esempio le lucine rosse di sicurezza sulla cima delle pale che potrebbero, se visibili dalla costa, contaminare l’orizzonte in modo irreversibile. Per non parlare poi dell’impatto sulla pesca».