Una raggiro da migliaia di euro, con un carro funebre venduto ma mai consegnato, un assegno rubato per placare le ire dell’acquirente infuriato e l’amara scoperta che si tratta di soldi che non saranno mai incassati. A finire vittima di questa truffa è il titolare di un’azienda di onoranze funebri della provincia di Rimini - ora assistito dall’avvocato Stefano Caroli - che alcuni mesi fa si era messo alla ricerca di una vettura per utilizzarla per il proprio lavoro. Un risultato che sembrava essere giunto a un passo, quando l’impresario funebre 45enne aveva conosciuto l’amministratore di una società sammarinese, il quale gli aveva proposto l’acquisto di una Mercedes Cls, modello station wagon e quindi perfetta per essere riconvertita, con dei semplici lavori, in un carro funebre.
La sparizione e la denuncia
L’affare, dopo alcuni confronti sul prezzo d’acquisto e alcune verifiche, era andato in porto e la consegna dell’auto era stata prevista entro la fine dello scorso anno. Prima però il compratore aveva dovuto versare un anticipo, che era stato stabilito nella somma di 20mila euro. Denaro, questo, versato su conto corrente. A corredo dell’operazione, il venditore aveva fornito anche una copia del proprio documento di identità e una copia della visura della sua società sammarinese. A quel punto la svolta inattesa: l’impresario funebre ha iniziato ad avere difficoltà a raggiungere il venditore e dell’auto, di cui non si vedeva neanche l’ombra. Tanto che verso autunno inoltrato, il 45enne acquirente ha deciso di passare alle maniere decise e, dopo un pressing di mesi, a metà dicembre lo aveva minacciato di intraprendere delle azioni legali. Il titolare dell’azienda sammarinese allora ha deciso di tirare fuori l’asso nella manica: un assegno da 28mila euro, quindi più dell’acconto ricevuto, per calmare il compratore e chiedergli di pazientare ancora qualche settimana. La beffa arriva però a metà dicembre, quando dalle onoranze funebri, stufi dell’attesa, sono passati in banca per incassare l’assegno. Che però a quel punto ha fatto venire a galla la truffa, poiché è risultato oggetto di denuncia di furto. Il venditore si è quindi volatilizzato del tutto e all’acquirente non è rimasto che denunciarlo. Per riuscire, un domani, a “riesumare” quei 20mila euro che al momento sono spariti.