Rimini. Branco di lupi sbrana alpaca

Si chiamavano Duke, Asterix e Romeo e – come spiega Federica Di Mario che gestisce la fattoria didattica insieme alla famiglia e al socio Roberto Giacomel – «erano i nostri tre moschettieri, le mascotte dei bambini che ci frequentano e che portavamo ovunque: a Giardini d’Autore, alla Fiera di Pugliano, alla benedizione in chiesa….». La titolare del Podere Santa Pazienza di Sant’Ermete parla purtroppo al passato dei tre piccoli alpaca fiore all’occhiello della struttura di via Chiesa di Sant’Ermete 251, perché poco prima dell’alba di ieri quella progettata come un’oasi di quiete è diventata terreno di caccia di un branco di lupi. A pochi metri dalle case, dall’abitato e da una strada di grande circolazione, non in un ameno angolo di Appennino.

È il secondo episodio del genere in appena una settimana nella bassa valle, dopo l’uccisione di 12 pecore alla fattoria Valmarecchia di Colombare di Poggio Torriana sulla sponda sinistra del fiume Marecchia. Ed è proprio questo che lascia sgomenta la donna, che ha subito annunciato che la fattoria didattica – che organizza centri estivi ed eventi con gli animali – sospende temporaneamente iniziative quali il trekking del 25 febbraio perché «le bestiole scampate all’assalto sono stressate e hanno bisogno di tranquillità».

Federica, come vi siete accorti dello scempio?

«Verso le 5-5.30 abbiamo sentito i cani abbaiare in maniera anomala, siamo corsi ma quando siamo arrivati non c’era più traccia degli assalitori e i nostri tre cuccioli erano lì, sbranati. Un dolore enorme. Sono stati i veterinari dell’Ausl a confermarci che si è trattato di un attacco di un branco di lupi. I corpi erano ancora caldi, per fortuna sono stati disturbati dal latrare dei cani e dal traffico della via Trasversale Marecchia che ha fatto il suo dovere. Ma è proprio questo a far pensare. Non è naturale quello che è successo. Non può accadere qui e questo deve farci interrogare tutti».

A cosa si riferisce?

«Non siamo in alta Valmarecchia, in zone isolate dove qualcuno può anche mettere in conto che possa accadere perché la natura fa il suo corso: pur non essendo un animale cattivo, il lupo ha infatti una sua natura che lo porta a cacciare certi animali. Qui siamo quasi al mare, fra le case, vicini a una strada trafficatissima: se arriva da noi significa che c’è qualcosa di molto sbagliato nelle politiche ambientali».

Non è con il lupo che ce l’ha...

«Noi gli animali li amiamo, altrimenti non avremmo costruito una fattoria didattica. La nostra non è una guerra contro il lupo, ma il porre un problema: abbiamo scelto di aprire una struttura di questo tipo come stile di vita da trasmettere ai bambini, l’abbiamo fatta su misura per loro e l’abbiamo posizionata a sei chilometri dal mare per creare quella che vogliamo sia un’oasi di quiete. Se le bestiole, ma anche i bimbi e le famiglie, devono rischiare qualcosa e se dobbiamo trasformarla in uno zoo con gabbie e reti abbiamo perso tutti. Per questo dico che dobbiamo ripensare certe politiche e ragionare a come riportare il lupo nel suo habitat naturale creando zone di ripopolamento in cui magari anche nutrirlo. Il mio pensiero va agli allevatori, ma anche alle persone: perché qui all’alba incontro sempre gente che cammina e corre e non può e non deve imbattersi in un branco».

Quali altri animali avete al Podere Santa Pazienza?

«Altri nove tra femmine e maschi di alpaca, alcune pecore (sono appena nati due agnellini), gli animali da cortile e una mucca: poteva essere una strage, per fortuna la Trasversale Marecchia ha fatto come detto il suo lavoro e insieme ai cani li ha messi in fuga».

Siete assicurati? E avete quantificato il danno?

«È una grandissima perdita umana, ma anche economica perché un alpaca piccolo addestrato da trekking costa sui 3.500 euro: siamo assicurati, ma l’assicurazione sta valutando se questi episodi rientrano nella copertura».

Avete subito sospeso l’attività, che è sempre piuttosto nutrita... «Gli animali sono stressati e devono ritrovare tranquillità. Abbiamo annullato il trekking del 25 febbraio perché abbiamo paura che i lupi continuino a girare e vogliamo capire se il luogo è davvero sicuro e l’oasi di serenità che abbiamo pensato. Non vogliamo far rischiare nessuno».

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