Rimini, Borgo Marina, l'allarme del Comitato: "Noi riminesi che ci sentiamo stranieri"

Stranieri in casa propria. Privi anche di negozi di vicinato italiani. E costretti a convivere con lo spaccio. Fanno sentire la propria voce i riminesi residenti a Borgo Marina, quartiere multietnico che si affaccia su piazza Ferrari. E, attraverso, il proprio comitato di quartiere denunciano la situazione in cui versa la zona ed esprimono forti preoccupazioni.

La convivenza difficile

Sottolinea la presidente, Tiziana Cogoni: «Viviamo in un quartiere che negli anni è diventato sempre più “straniero” e sempre meno “riminese”. Sono più i residenti di nazionalità africana, bengalese, magrebina che italiana. Insomma, ci sentiamo in un ghetto, dove i forestieri siamo noi. Pensate che non c’è più un negozio di generi alimentari, non c’è più una macelleria, gestiti da riminesi. E per fare spesa siamo costretti, se vogliamo comprare prodotti italiani, a raggiungere il mercato». Aggiunge, quindi, Cogoni: «Immaginate ora una signora anziana, con buste piene di roba, fare il tragitto casa-mercato, e ditemi se è giusto o meno». Quello che, però, inquieta maggiormente i riminesi di Borgo Marina è un certo degrado sociale in cui versa il quartiere. Provocato dallo spaccio di droga. Non dimentichiamo che Borgo Marina è da anni nell’occhio del ciclone per questo tipo di reato. Con blitz e arresti effettuati dalle forze dell’ordine. Spiega la presidente del comitato di quartiere: «Se non tutti i giorni, almeno a giorni alterni assistiamo al rituale del passaggio di droga da uno spacciatore ad un “cliente”: uno passa il denaro, l’altro l’involucro con la merce. E vi garantisco che chi vende non è italiano». Aggiunge, poi, Cogoni: «Abbiamo denunciato questa cosa alle forze dell’ordine più volte. Abbiamo fatto incontri con le istituzioni, anche locali. Abbiamo chiesto un presidio fisso di polizia. Ma non abbiamo ottenuto ancora nulla». Una situazione che secondo i residenti avrebbe, addirittura, provocato il calo del valore dei loro immobili. «Proprio così – conferma Cogoni –. Chi acquisterebbe un immobile in una zona così? Abbiamo saputo perfino che molti studenti universitari rinunciano ad affittare appartamenti nel quartiere perché ritenuta zona poco sicura. E pensare che la facoltà è a due passi. Per non parlare della situazione parcheggi: non si trova un posto auto e spesso delle vetture sono in sosta anche davanti al mio garage. E l’immondizia? Alcuni operatori di Hera – chiosa la presidente del comitato di quartiere – ci hanno raccontato che sono costretti a fare due servizi al giorno di raccolta rifiuti. Ma attenzione, per quelli abbandonati fuori dai cassonetti. Naturalmente non sappiamo chi siano i responsabili, ma accade anche questo». «È legittima la richiesta di legalità da parte dei cittadini di Borgo Marina. Per questo agenti di polizia locale, in divisa e in borghese, garantiscono quotidianamente un presidio nel quartiere». L’assessore alla Protezione sociale, Kristina Gianfreda, replica così al comitato Borgo Marina che, per voce del proprio presidente, Tiziana Cogoni (leggi altro articolo in pagina), esterna preoccupazioni e denuncia fenomeni di spaccio di droga. Sottolinea Gianfreda: «Come Comune abbiamo approvato un progetto di videosorveglianza, proprio per Borgo Marina, formato da otto telecamere panoramiche capaci di riprendere la zona a 360 gradi senza lasciare “angoli d’ombra” e da altre quattro dotate di uno zoom altamente performante, in grado di riprendere i dettagli anche a 150 metri di distanza. Un sistema di controllo sul quale l’amministrazione comunale ha investito 100 mila euro, che sarà operativo nei prossimi mesi. A dimostrazione, appunto, di quanto sia sotto la lente il quartiere e di quanto ci prema la sicurezza dei residenti e il mantenimento dell’ordine pubblico». Ma se l’assessore si trova d’accordo col comitato sul tema sicurezza, la stessa cosa non si può dire rispetto alle altre lamentele. Sottolinea Giangfreda: «Siamo nel 2023 e di quartieri a forte presenza straniera ce ne sono in tutte le città del mondo. Basti citare “Little Italy” a New York. Mi sembra perciò esagerato e inappropriato parlare di ghetto. Borgo Marina, infatti, è da almeno 25 anni un quartiere multietnico con una forte presenza di attività commerciali gestite da stranieri. È presente anche un centro culturale islamico. Insomma, l’integrazione è nei fatti e proprio lì, pochi mesi fa, abbiamo inaugurato la nuova scuola Ferrari, che è anche un centro di quartiere e di relazioni». Conclude, quindi, l’assessore: «Parlare, poi, di case svalutate, quando in pieno centro storico ci sono, in 200 metri almeno 30 negozi italiani, di ogni tipo, è un’ opinione legittima, ma che non condivido perché esula dai fatti». ad.ce.

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