Rimini, "Addio fantasmi" con Bonaiuto e Cervi al Galli

Vincitrice del Premio Strega 2019, la storia di “Addio fantasmi” della scrittrice Nadia Terranova, dopo aver conquistato lettori e critica, prende vita teatrale e diventa uno spettacolo grazie a Chiara Lagani e Luigi De Angelis. Dopo “L’amica geniale” la compagnia Fanny & Alexander si è dedicata all’adattamento di questo romanzo e questa sera al teatro Galli la vicenda familiare di Ida Laquidara e di sua madre diventano corpo e voce. Una storia fatta di assenze e abbandoni, sparizioni e ferite infantili mai sanate. Ossessioni e incomprensioni.

«Quando io e Luigi De Angelis abbiamo letto il libro ci ha colpito subito – racconta Chiara Lagani –. Era l’era pre-Covid. Abbiamo successivamente conosciuto Nadia e l’abbiamo stimata subito anche dal punto di vista umano. È un’esperta di letteratura per l’infanzia e anche questo aspetto ci unisce molto. Questo romanzo, inoltre, affronta temi su cui abbiamo spesso lavorato: la presenza dei fantasmi del passato, delle persone che non ci sono più, il rapporto tra madre e figlia. Temi pulsanti per noi».

Ida e sua madre hanno un legame frantumato a causa della sparizione improvvisa del padre quando Ida era ancora bambina. Da allora un allontanamento progressivo. Ida abita a Roma. La madre a Messina. Ma un evento chiamerà la protagonista a viaggiare verso la sua città d’origine e verso il suo passato.

Sul palco le due attrici Anna Bonaiuto e Valentina Cervi.

«Due attrici diverse sotto molti punti di vista. Anna Bonaiuto è la regina del teatro italiano oltre ad aver fatto anche tanto cinema. Valentina Cervi è più nota per i ruoli cinematografici e televisivi. Due mondi diversi. Vederle recitare insieme è un esperimento, ma l’avventura e le novità sono nelle nostre corde da sempre. Anche il linguaggio che portiamo in scena è diverso. Nel corso del tempo abbiamo sperimentato la commistione con le arti visive, la musica. Ora riflettiamo su una maniera di raccontare più piana, più legata alla prosa. Ci rivolgiamo anche a un pubblico più ampio rispetto al solito».

Avete trovato difficoltà nella trasposizione?

«No. Abbiamo lavorato all’adattamento con la completa disponibilità dell’autrice. Abbiamo dovuto fare dei tagli, delle scelte. Sul palco ci sono solo le due protagoniste. Non ci sono gli altri personaggi. Ci siamo concentrati sul rapporto ossessivo tra Ida e la madre. Abbiamo voluto raccontare il loro rapporto, che è un teatrino chiuso, una prigione di cuori e cervelli. Attorno a loro i fantasmi, le voci del passato. L’operazione di riscrittura, pur nel cambiamento di alcune scene, mantiene un alto livello di fedeltà».

Uno stile più piano, ma quali aspetti del vostro linguaggio avete mantenuto?

«Quello visivo e il paesaggio sonoro. La casa in cui si muovono le protagoniste è una casa parlante. Tutto sussurra, dalle tubature alle muffe. Suoni iperrealistici ed evocativi del mondo interiore. La scenografia è fissa. C’è il salotto con i mobili che evocano un tempo inchiodato al tempo perduto. Le pareti sono fluide, fatte di tende che si muovono al vento, il vento dell’ossessione. Tutto rappresenta ciò che Ida vorrebbe lasciare indietro».

Tra i suoi ultimi impegni anche la traduzione di “Romeo e Giulietta” portato in scena dal regista Mario Martone.

«È la prima volta che traduco per il teatro. Non mi era mai successo che un regista mi chiamasse. Ho avuto la possibilità con questo lavoro di unire le mie due passioni: il teatro e la traduzione. Inoltre sono in perfetta sintonia con Martone che ha dato di “Romeo e Giulietta” una visione potente e contemporanea. È una grande soddisfazione».

Inizio ore 21. Info: 0541 793811

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