Ravenna, si sposa e riceve due lettere disciplinari dall'azienda mentre è in congedo matrimoniale
In congedo matrimoniale retribuito per 15 giorni, così come previsto dal contratto, si vede consegnare a mano due lettere di contestazioni disciplinari per fatti relativi all'inizio ed alla stessa licenza. A breve termine la stessa lavoratrice viene raggiunta da una terza lettera di contestazione. Tre richiami in 25 giorni, dalla metà di settembre fino ai giorni nostri.
A sollevare il caso di un'impiegata di un negozio del settore gioielleria, all'interno dell' Ipercoop di Ravenna, è Giuseppe Greco, segretario provinciale di Ugl Terziario di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. “A nostro parere un accanimento, con richiami pretestuosi e infondati, che come sindacato non possiamo denunciare per quello che è: un tentativo lesivo della dignità e della professionalità del nostro iscritto, portato avanti dall'azienda con l'obietto di estromettere la lavoratrice dal punto vendita”.
“Sotto attacco - continua Greco - è una lavoratrice con 5 anni di esperienza nel settore e mai una lettera di contestazione a suo carico. Il “caso” vuole che soltanto dopo aver maturato il diritto al congedo matrimoniale sia stata bersaglio di queste contestazioni disciplinari a raffica. “Siamo convinti che da parte dell'azienda sia in atto un comportamento volto a minare la serenità della lavoratrice nello svolgimento delle sue mansioni, con un'azione ed un accanimento che si giustificherebbe unicamente con la volontà di spingerla alle dimissioni. Detto questo, a nostro parere, si può delineare già una situazione da stress da lavoro correlato e dunque come sindacato annunciamo che nella nostra azione di tutela dei diritti del lavoratore non ci fermeremo e siamo pronti a ricorrere alle tutele che il caso impone, visto che si parla di un diritto universale atto a soddisfare le esigenze personali di un lavoratore/lavoratrice costituzionalmente riconosciuto e rilevante. Riservandoci sin da adesso di quantificare il danno che la stessa sta subendo in forza di un trattamento riservatole che consideriamo ingiusto, illegittimo e discriminatorio”: conclude Giuseppe Greco.