Ravenna, niente secondo rigassificatore. La nave resta nel Tirreno

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Ravenna non avrà un secondo rigassificatore: quello di Piombino rimarrà per soli tre anni nel Livornese per poi essere collocato con ogni probabilità nelle acque di Vado Ligure, tanto che il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha già ricevuto la nomina di commissario, con i poteri speciali che saranno necessari per compiere le opere utili all’installazione. La notizia viene confermata a latere della celebrazione, avvenuta nella sala Mattei del petrolchimico, per i 50 anni dall’avviamento dell’impianto Mtbe di Ravenna, primo al mondo a produrre composti a base di ossigeno da utilizzare come componenti delle benzine in sostituzione dei composti tossici a base di piombo.

Si è parlato pertanto di transizione energetica con il sindaco Michele De Pascale, ad apprezzare e condividere un obiettivo «che si può cogliere solamente mettendo insieme diverse tecnologie. Noi a Ravenna stiamo portando avanti le rinnovabili, col progetto Agnes, ma oltre al rigassificatore abbiamo sempre spinto sulla necessità di una produzione nazionale di gas metano e per il progetto della Ccus (captazione, stoccaggio e riutilizzo della CO2, ndr). Eppure, senza la volontà di procedere ad uno snellimento burocratico – ha affermato il sindaco – si finisce per non raggiungere alcun obiettivo nei tempi dovuti. Per quanto sia evidente che servono tutti per raggiungere gli standard di abbassamento di anidride carbonica nell’aria, necessari al ridimensionamento del riscaldamento climatico. Dovremmo operare con la lungimiranza di chi, nel 1973, ha pensato alla nascita dell’impianto Mtbe».

Nessun contatto col governo

E a proposito di rigassificatore è lo stesso sindaco a confermare, dopo gli interventi dei relatori, come «non ci siano stati più contatti con gli esponenti governativi, e in particolare con il ministro Pichetto Fratin, sul tema del rigassificatore. Era stato molto chiaro nell’asserire che ci sarebbero stati approfondimenti se l’opzione Ravenna fosse stata giudicata necessaria. Così non è stato, e infatti si stanno orientando altrove. Non c’è mai stata una discussione nell’ombra, come ha detto qualcuno – conclude il primo cittadino –, ma solo una corretta relazione istituzionale».

Il concetto della messa a disposizione di varie tecnologie a servizio di un miglioramento delle condizioni ambientali è stato introdotto dal responsabile raffinazione e logistica di Eni, Ignazio Arces, esemplificando come l’impianto di cui si è celebrato il 50° anniversario dalla nascita «non ha sottoprodotti né scarto. Tutto viene riutilizzato, ed anche questo è un elemento fondamentale per la transizione». A profilarne gli sviluppi è stato Roberto Marchini, presidente di Ecofuel, che ha spiegato come ora la sfida sia «introdurre nella produzione l’utilizzo di elementi biologici da agricoltura, senza entrare in conflitto con la filiera del cibo».

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