Ravenna, il venerdì più lungo tra solidarietà e fake news

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Nella città assediata dalle acque quello di ieri è stato il giorno più lungo. Con le principali via di collegamento interrotte, la viabilità deviata, le linee ferroviarie inservibili da giorni, le località di frangia in parte isolate e i centri di accoglienza aperti per l’arrivo degli evacuati, Ravenna cerca di resistere e di salvare il salvabile. Con gli occhi pieni di immagini che documentano le devastazioni delle città e dei territori vicini, in tanti hanno cercato posti auto in zone considerate alte, nei parcheggi sopraelevati o in prossimità, dove possibile, di cavalcavia o cavalcaferrovia. Nella mattinata arriva l’appello del sindaco alla popolazione perché gli spostamenti siano ridotti ai soli casi di necessità, per decongestionare la viabilità e lasciare spazi ai mezzi utili alla gestione dell’emergenza. Richiamo disatteso da tanti automobilisti incolonnati lungo le direttrici maggiori e dai curiosi a piedi che si ritrovano lungo via Faentina mentre le colonne di mezzi pesanti portano terra oltre il cavalcavia per arginare il già compromesso sistema dei canali minori. Una curiosità, come era avvenuto nei giorni scorsi per gli argini dei Fiumi Uniti, alimentata da messaggi audio che rimbalzano nelle chat telefoniche per ore prima di rivelarsi fake news. Tanto che il Comune invita i cittadini a fidarsi solo delle comunicazioni ufficiali. Nonostante tutto la solidarietà prevale sui social con lo scambio di informazioni utili, di foto e video sullo stato delle strade e dei percorsi casa lavoro, sulla presenza di acqua, sulla condizione delle case, sulla scomparsa e ricerca di cani e gatti; e poi offerte di posti letto per coloro che devono lasciare tutto in fretta, disponibilità di mezzi per il recupero di animali in zone sommerse. Insomma una rete spontanea e capillare che cerca di non lasciare solo nessuno. Ma la tensione è palpabile sui volti delle persone, il passaggio dei mezzi del soccorso alpino non tranquillizza, in città molti i negozi chiusi, e si rivedono le file davanti ai forni, mentre l’assalto ai supermercati non si ferma, nonostante si cerchi di garantire l’afflusso dei rifornimenti di generi alimentari e di beni primari. Verso sera cala il silenzio per le strade deserte come se fosse scattato un nuovo lockdown, in giro solo qualche adolescente. Nelle case si aspetta, guardando il cielo, ma in pochi dormiranno sonni tranquilli.

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