Ravenna, Ferruzzi: il ritrovo dei dipendenti: "Noi che da giovani scalammo il mondo"

Chi lavora all’interno di un gruppo finanziario difficilmente riposa il giorno della festa del patrono. Valeva anche il 23 luglio del 1993, il giorno di Sant’Apollinare. Per questo i dipendenti della Ferruzzi Finanziara quel giorno erano in sede, in via degli Ariani, in quella che per i ravennati era il “palazzo dei televisori”. Ed è dal circuito di notizie collegato alla Borsa che qualcuno di loro scoprì della morte di Raul Gardini. «I telefoni cominciarono a suonare, ci fu disperazione vera. Il dottor Gardini lavorava all’ultimo piano del nostro palazzo, c’era grande contatto umano». Poco importa se il manager si era già separato da tempo dalla famiglia: per i dipendenti della Ferruzzi Finanziaria fu uno shock anche maggiore di quello vissuto dal resto della città. A raccontarlo è Rita Guerrini, oggi consulente aziendale e all’epoca dipendente della holding, che insieme all’ex direttore Lucio Siliprandi è riuscita venerdì sera a riunire quel gruppo di lavoratori a trent’anni dalla fine dell’azienda. E anche se lo smembramento della holding e la morte di Raul è un ricordo triste, non basta ad annacquare il ricordo di un’epopea che quella squadra di giovani ha vissuto dall’interno, proiettando una città provinciale ai vertici della finanza mondiale. Era il gruppo di Gardini e della famiglia Ferruzzi, 140 persone circa che lavoravano nella holding. “Quando eravamo re”, verrebbe da dire facendosi prestando il titolo dal celebre documentario sulla carriera di Cassius Clay. E si sentivano veramente in cima al mondo quei ragazzi che viaggiavano e imparavano durante gli anni ruggenti della Ferruzzi. «Era un clima bellissimo – ricorda Guerrini – e chiunque di noi vorrebbe tornare a quei tempi, non soltanto perché eravamo giovani. Si respirava grande unità, molti sono rimasti amici, alcuni si sono sposati. E’ stato stupendo ritrovarsi venerdì sera e fare colazione insieme il giorno dopo con chi, venendo da fuori, si è fermato una notte a Ravenna». La reunion, che si è tenuta al Pilar di Marina di Ravenna, ha visto partecipare sessanta persone: «Abbiamo rintracciato un centinaio di colleghi e battezzato un giorno. C’era una gran voglia di stare insieme, poi alcuni non potevano venire ma in tanti hanno partecipato. Abbiamo convenuto su una cosa: firmeremmo per tornare a quei tempi». L’impresa più difficile è stata scattare la foto di gruppo, riuscita grazie a Paolo Bernardi, diventato nel frattempo fotografo. Ma le carriere di tanti di loro hanno preso il volo dopo l’esperienza alla Ferruzzi: «Avevo la matricola numero 7, sono stata una delle prime assunte - ricorda ancora Guerrini - e per me quella è ancora la mia azienda, tanto che dopo quell’esperienza ho cominciato a fare la libera professionista come consulente. Ancora oggi aver lavorato nella Finanziaria è un elemento spendibile nei curriculum». Così quei venticinquenni appena usciti dalle Università andavano a lavorare in bicicletta in un’ impresa che sembrava incredibile per l’epoca: «Un conto era vivere a Milano, Torino, Roma. Una realtà di questo tipo a Ravenna era impensabile». Nei primi anni Novanta erano arrivate le avvisaglie di crisi, poi «quando trasferirono la sede a Milano abbiamo capito che era finita. Molti di noi lasciarono perché avevano famiglia ed era difficile trasferirsi così, all’improvviso». La holding poi venne smembrata. «Per quanto mi riguarda ho ancora tante amicizie nate in quel periodo. Ma è stato emozionante ritrovare gli ex colleghi e anche ricordare chi, purtroppo, non c’è più». Durante la serata l’ex direttore Siliprandi ha parlato di «una ferita ancora aperta. Gli anni ’80 e l’assunzione nel gruppo sono stati per tutti noi il primo lavoro dopo la scuola. Non avevamo esperienza, ma avevamo la forza della gioventù, dell’abnegazione, della volontà, dell’orgoglio di appartenere ad una grande azienda, orgoglio che abbiamo sempre portato con noi in ogni percorso di lavoro successivo, orgoglio che oggi ci ha fatto ritrovare qui, tutti insieme». Un percorso che «sarebbe stato bello continuare per sempre». Restano i ricordi e le reunion. Per quelle, forse, stavolta basterà aspettare l’anno prossimo.

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