Ravenna, Dellapasqua non farà più barche. "Manca la manodopera"

«La Dc13 Houseboat sarà l'ultima imbarcazione che produrremo. Da ora ci dedicheremo solo al rimessaggio, concludendo così una storia di 64 anni in cantieristica navale». Mirco Dellapasqua ha la casella di posta elettronica ricolma di richieste, ma la decisione è presa: «Gli ordinativi non mancano. Quello che non abbiamo più è il personale. Per lavorare in un'impresa come la nostra non ci si improvvisa e da dieci anni manca chi si proponga. Quindi non possiamo che chiudere la produzione». Il ricambio generazionale non mancherebbe, in quell'azienda che partì con Giancarlo Dellapasqua nel 1959 in un garage. A Savignano sul Rubicone, nell'abitazione di fronte a quella di Secondo Casadei: «Mio padre – racconta ancora Mirco – non si poteva permettere una radio. Ma mentre costruiva la sua prima barca ha ascoltato fino allo sfinimento le esecuzioni in prova di Casetta Mia, che era stata composta poco tempo prima. E che poi diverrà Romagna Mia, l'inno della nostra terra». Giancarlo era il più giovane maestro d'ascia della sua zona e si era formato a Bellaria nel Cantiere Lugaresi. Poi l'esordio in proprio, negli spazi domestici, con quel primo scafo tre metri. In seguito il trasferimento, sin dalla fine del 1959, a Marina Di Ravenna e l'esperienza di Giancarlo che giunge fino a progettare un 13 metri: «Da maestro d'ascia diverrà laureato, honoris causa, in Architettura navale». Nel 1986 infatti riceverà il titolo onorifico, quando anni prima Norberto Ferretti aveva avuto come prima imbarcazione un Dc7 progettato da lui: «Io invece in cantiere ci sono nato, sostanzialmente – prosegue il racconto Mirco -. A otto anni percepivo 3mila lire alla settimana per verniciare le carene. Poi sono andato a studiare al Nautico di Trieste».