Nel 2019 l’Atletica Imola Sacmi Avis ereditò da Leo Zanuccoli e il comitato podistico imolese le redini del “Giro dei Tre Monti”, inventato per sfida 50 anni prima da Leo Monduzzi. L’anno scorso Marino Casadio ideò la prova chiusa al pubblico e riservata agli agonisti e pochi camminatori, servì soprattutto a tenere accesa la fiammella, ma domani per la 53ª edizione tornerà la grande massa a riempire box e anello asfaltato dell’autodromo Enzo e Dino Ferrari. Una gara che è non solo un patrimonio imolese, ma di tutto il movimento nazionale. Infatti a fianco della classica di 15,300 km agonistica che ha raccolto 518 adesioni, si muoveranno almeno duemila camminatori per compiere almeno un giro completo di 4.900 metri e assaporare le gesta dei centauri e piloti che dal 1953 hanno scritto pagine indelebili del motorismo. Non saranno i quasi 10.000 degli anni ’90 o i 5.000 del cinquantenario, ma per i tempi che corrono, sono numeri roboanti.
Il percorso
Uno dei percorsi più belli d’Italia, che mutua il Mondiale di ciclismo vinto da Adorni nel 1968, scatterà alle 9,30 davanti ai box, calcando per due terzi la pista del circuito, dal Tamburello, alla Villeneuve, Tosa, Piratella, Acque Minerali e uscendo dalla nuova variante intitolata a Gresini. Da quel momento si salirà quasi costantemente, con pendenza media attorno al 4%, e punte dell’11,2%, che porteranno allo scollinamento del Monte Frassineto, dove è posto il Gpm (251 metri di altitudine) circa a metà gara. Dalla vetta poi si tufferanno in discesa per tornare alla base, rientrando dalla Rivazza, percorrendo gli ultimi mille metri, forse più lunghi della storia.
I soliti favoriti
La vittoria maschile dal 2003 è appannaggio degli atleti africani e anche quest’anno sarà difficile scalzarli, perché si presentano i keniani Muthomi Riungu, Maiyo (vincitore domenica accorsa a San Marino) e il ruandese Hakizimana. Difficile quindi vedere un italiano sul podio, come accadde nel 2021, con Ricciardi, ma lo stesso bolognese dell’Imola si presenta al via, fresco dell’incoraggiante debutto in mezza maratona, come il suo compagno di colori Gaddoni, e vanno tenuti in considerazione anche l’italo-marocchino El Haissoufi e il sempreverde Magagnoli. Tra le donne altra sfida africana avvincente, per la presenza della keniana Wanjiru Kingori e dell’etiope Bekele Wolkeba, lasciando però libero un posto sul podio, cui potrebbero ambire la Moroni, l’Aleotti, ma anche l’indigena Cicognani. Inizio pirotecnico quindi per i calendari Endas Scarpaza, il più antico di Romagna, e il bolognese Fog Trophy. Succoso anticipo oggi con la 14ª tappa del “Gp Promesse di Romagna” (15,30), che potrebbe attrarre anche 150 under 16.