«Il parco eolico? A Casteldelci l’hanno impedito dieci anni fa e ora ci ritroveremo quello toscano a un chilometro e mezzo dal centro storico». È un fiume in piena il sindaco di Casteldelci Fabiano Tonielli quando rinvanga un passato che all’intera comunità «è andato giù di traverso». Spiega infatti che già nel 2001 una società spagnola, poi divenuta multinazionale, si interessò a Casteldelci, decisa a investire puntando sull’energia eolica. Ma il progetto naufragò contro uno scoglio. «In Italia non esisteva ancora una legislazione che permettesse in modo trasparente tali costruzioni - spiega -. Un nodo che decretò l’impossibilità di ascoltare altre aziende che si sono susseguite».
Sogno sfumato
Finché vari Comuni uniscono le forze per stringere convenzioni. «L’ultima risale al 2010 ed è stata la più discussa - nota Tonielli -. Ci eravamo accordati con Verghereto e Badia Tedalda in Toscana, individuando l’area di Poggio Tre Vescovi lontana da centri storici o abitati per un progetto a cui era interessata un’azienda tedesca». Sul tavolo una proposta innovativa: la società avrebbe garantito una quota all'azionariato privato tra cui enti pubblici e investitori privati. «Tradotto - continua Tonielli - ci sarebbe stata una ricaduta di oltre 300mila euro ma ricevemmo il due di picche da tutte le autorità amministrative. Il territorio venne vincolato. Ci abbiamo messo una pietra sopra dedicandoci al turismo con presenze in crescendo». Ora la doccia fredda. «La Toscana costruirà un parco eolico a Monte Loggio a distanza di un chilometro e mezzo dal nostro centro storico: 7 aerogeneratori alti 200 metri deturperanno il paesaggio. Pur restando favorevole all’eolico, esprimo tutta la mia indignazione. Paghiamo il prezzo di scelte scellerate. Impossibile oltretutto contrattare compensazioni o esser ascoltati. E dire che in Riviera discutono per impianti in mare lontani 20 chilometri dalla costa». E ancora: «Nel primo progetto le pale giravano nel nostro territorio ora sono indietreggiate di 15 metri ma, oltre al danno la beffa, sono già pronte altre 15 o 18 unità da piazzare lungo il confine quindi - allarga le braccia - subiremo impotenti un'invasione di ciclopi».