Omicidio-suicidio di Cotignola, l'ex badante: "Erano la mia seconda famiglia"
«Mi hanno sempre trattata come una figlia e io li ho considerati subito come la mia seconda famiglia». A dirlo è Maria Talmazan, la badante moldava di 56 anni che per un lungo periodo ha vissuto nell’abitazione di Alvaro Strocchi e Viviana Farolfi, i due coniugi ritrovati morti ieri mattina a Cotignola.
«Per cinque anni mi sono occupata della madre di Alvaro – ricorda Maria – e poi quando è deceduta ho continuato a vivere da loro per altri otto anni, fino al 2016. Erano persone veramente buone e gentili, davvero meravigliose. Nell’ultimo anno forse il marito era affaticato dalle continue trasferte all’ospedale Bufalini di Cesena per le cure della moglie, ma non avrei mai pensato che…».
Qualche anno fa la donna si era trasferita da un’altra famiglia, quasi dirimpettaia, per poi tornare definitivamente in Moldavia. Solamente la settimana scorsa, per sostituire una collega che si occupava di un’anziana, è tornata a Cotignola, ed è subito andata a trovarli di persona. «Erano un po' preoccupati per l’avanzare dell’età e avrebbero voluto che tornassi da loro – racconta la badante – ma gli ho spiegato che sarei rientrata presto e definitivamente in Moldavia. E poi giovedì scorso ci siamo sentiti al telefono, perché pioveva: mi sembrava tutto normale, ci siamo parlati un po’ e non ho avvertito nessun segnale eclatante. Viviana si era comunque ripresa, riusciva anche a guidare».
«Non usava più nemmeno il deambulatore per camminare – osserva un vicino – e si era ripresa abbastanza dai vari interventi. Non ha mai necessitato di nessuna badante, anzi lei stessa svolgeva questa mansione fino all’anno scorso. La vedevo spesso la mattina, so che andava a Lugo a comprare la verdura, quindi non erano di certo chiusi in casa come qualcuno ha detto».
«Non avrei mai immaginato che potesse accadere una sciagura del genere – racconta un altro vicino che li conosce da cinquant’anni –. Erano persone normalissime: Alvaro ogni tanto andava a caccia e alla moglie piaceva lavorare all’uncinetto, forse dava anche qualche lezione alle amiche».
«È una notizia che ha lasciato sgomenta tutta la comunità – ha commentato il sindaco di Cotignola, Luca Piovaccari –. Erano due persone conosciute soprattutto per il loro impegno generoso nel volontariato locale». Sono in molti infatti quelli che ricordano la signora partecipare attivamente nelle varie sagre paesane, in primis la festa de L’Unità, dalla preparazione del cibo alla pulizia dei tavoli. Tuttavia anche il marito – riferisce il vicinato – per alcuni anni si era reso disponibile ad accompagnare in auto negli ospedali alcuni anziani del posto bisognosi di un passaggio.