Nuovo spazio aereo inibito al volo sui cieli di Cesena

Da qualche giorno volare su Cesena è ancora più difficile che in passato. L’Ente nazionale per l’aviazione civile ha infatti chiuso un nuovo spazio aereo sopra i cieli della città. La richiesta di chiusura dello spazio aereo è arrivata da via Calcinaro e dalla sede della Technogym. L’azienda aveva da qualche tempo fatto richiesta all’Enac di poter avere lo spazio sopra sé inibito al volo.
Lo spazio aereo sopra la Techmogym è chiuso per la presenza dell’eliporto in uso all’azienda stessa ed ai suo vertici. Si tratta solo parzialmente di un utilizzo “privato”. Spesso accade che personaggi pubblici o politici chiedano (ed ottengano) di poter usare come punto di atterraggio l’azienda di via Calcinaro per i propri spostamenti ufficiali da e per la città.
Quando si fa richiesta di inibizione di uno spazio aereo, e viene concessa, dal punto di partenza della richiesta (in questo caso Tecnhogym) si crea uno spazio che ha raggio un chilometro e mezzo (o se si preferisce di diametro di 3 chilometri) entro al quale nulla può librarsi in aria.
Le zone chiuse al traffico aereo poi continuano a diramarsi “a forma di cerchio” dal punto di partenza. Dal divieto totale si passa ad una fascia indicata in arancione nelle cartine Enac appositamente predisposte. Perimetro in cui è consentito salire fino a 25 metri d’altezza. I cerchi successivi di questo anello poi si allargano come quelli creati da un sasso lanciato in uno stagno. Passando prima da fasce di volo fino a 45 metri per alzarsi, distanziandosi dal fulcro iniziale, fino a parti dove il volo è libero.
Con questa novità le zone in cui sia possibile volare sui cieli di Cesena si sono ridotti molto. Una inibizione al volo simile esisteva infatti anche per l’eliporto dell’ospedale Bufalini che blinda quindi parte dell’area centrale cittadina fino alla periferia lato Rimini.
Andando verso mare c’è l’aeroporto militare del 15° Stormo. Qui la fascia rossa con divieto di volo ha un raggio di 5 chilometri e quindi il diametro di inibizione totale arriva a toccare una parte consistente del territorio cesenate. Guardando dall’altra parte della via Emilia invece, fino alla zona di Diegaro ed oltre, sussistono medesimi divieti legati all’aeroporto civile “Ridolfi” di Forlì.
Se da un lato non sono tanti i proprietari privati di velivoli che abitano in città (e nemmeno troppi quantitativamente sono i cesenati appassionati di volo a vela) dall’altro il divieto di volo comprende anche i droni: che invece sono un tipo di mezzo sempre più diffuso ed alla portata di tutti, sia per lavoro che per hobby.
Anche questi mezzi rientrano nelle limitazioni categoriche imposte da Enac. I droni ufficiali di libera vendita hanno anche un sistema automatico di rilevazione delle zone in cui lo spazio aereo è chiuso. Ora, ad esempio, se si prova a far volare un drone a ridosso della Technogym o più in generale nella zona di Villachiaviche o S. Egidio, il drone arriva a pochi metri da terra e poi si blocca automaticamente segnalando il divieto.
Come per qualsiasi altro tipo di velivolo, per riuscire a librare un drone in zone dove lo spazio aereo è chiuso serve pilotare un mezzo “pirata”. Che non abbia in sé i controlli elettronici imposti dalla legge. In quel caso il drone vola ovunque anche a Cesena. Ma chi ne muove il telecomando rischia di vedere il proprio drone danneggiato da eventuali incidenti in spazi inibiti al volo. Incidenti che avrebbero anche una rilevanza penale ed amministrativa, con relative multe nel caso si venga scoperti.