Nuova Ss16, Santa Giustina in rivolta: "Blocchiamo la strada"
«Sindaco di Rimini, mantieni le promesse: “no” variante Statale 16». Un messaggio forte e chiaro, stampato su cinque cartelloni di quattro metri di lunghezza per 70 centimetri di altezza, tappezza da mercoledì la via Tolemaide, attirando l’attenzione di automobilisti e turisti. A fare il punto sulla nuova battaglia, contro la variante prevista sulla Statale 16, è Ettore Pagliarani, segretario del circolo Pd di Santa Giustina nonché portavoce del gruppo “Tavolo verde”. «Questo è solo l’inizio – assicura Pagliarani –, continueremo a mettere nero su bianco la nostra protesta contro un ecomostro che, una volta edificato, rovinerà la salute dei cittadini tarpando le ali ad agricoltura e turismo».
La variante della discordia
Sono 15 anni che divampano le polemiche sulla variante in previsione sulla Statale 16 che finora è rimasta sulla carta. Il progetto interesserà 500mila metri quadrati di superficie grazie a una pianificazione in capo all’Anas con l’obiettivo di migliorare la viabilità del quadrante nord potenziando l’accessibilità al territorio.Nel mirino degli attivisti green finiscono l’inquinamento atmosferico che aggraverà quello dell’A14, ma anche la messa a repentaglio delle riserve idriche del Marecchia, oltre alla riduzione di un terzo delle aree agricole della provincia.
Squadra compatta
Altri cartelloni saranno srotolati nei prossimi giorni evidenziando la protesta. Un lavoro certosino che vede già all’opera il comitato di Santa Giustina, che può contare su un’attrezzatura apposita ma anche un gruppo originario dei Padulli che ha chiesto e ottenuto di unirsi al coro.Ma non è tutto. «Punteremo anche sulle camminate di protesta – aggiunge il segretario del circolo Pd –. Siamo pronti a bloccare il traffico sulla via Emilia, scendendo in strada all’altezza di Santa Giustina. Se non bloccheremo l’infrastruttura, che mostra già le sue ombre, ne farà le spese tutta la comunità che vivrà sulla pelle danni ambientali incalcolabili a scapito delle prossime generazioni».