Nell'anno dell'alluvione ora manca l'acqua: il paradosso dell'agricoltura in sofferenza in Romagna

L’agricoltura è in cerca di ombra, non di sole. Si aggiunge un nuovo fenomeno in queste giornate roventi che rappresentano l’ultima insidia per i coltivatori. Dopo le gelate tardive, l’alluvione e la grandine, la terra chiede acqua in abbondanza, ma i fiumi sono in sofferenza: «Ormai affrontiamo un clima tropicale, dall’alluvione di pochi mesi fa siamo passati alla carenza di acqua – commenta Andrea Betti, presidente provinciale di Confagricoltura per la zona di Ravenna–. I fiumi hanno assunto un forte carattere torrentizio e adesso temiamo un contingentamento dell’acqua. Siamo riusciti a tamponare la situazione con il Genio Civile, ma le colture hanno sete, l’evaporazione è elevatissima e i nostri impianti a goccia rischiano di essere insufficienti rispetto alle esigenze del momento. Se l’acqua non arriva in profondità, evapora e le piante rimangono a secco». Betti racconta poi un altro paradosso: «Fino a pochi decenni fa, sarebbe stato folle pensarlo – dice – ma oggi ci servono impianti per l’ombreggiamento delle piante. Le temperature che ci aspettano nei prossimi giorni sono molto elevate, le piante soffrono tantissimo e strutture in grado di fare ombra, garantendo così un minor irraggiamento, sarebbero utilissime. Per ora non ce ne sono sul nostro territorio, ma sono destinate ad arrivare. Non ci possiamo arrendere al cambiamento climatico e servono risposte nuove a una situazione in rapida evoluzione. Oggi affrontiamo problemi molto seri da cui usciremo solo tramite la ricerca, individuando varietà più resistenti. In Pianura padana gli studi dicono che ci sarà un aumento di 2 gradi nelle temperature. Solo attraverso lo sviluppo di nuove strade sapremo dare un futuro agli agricoltori». Quali sono le piante in maggiore sofferenza? «Sicuramente le frutticole – conclude Betti -. Anche la vite, nonostante sia una pianta rampicante e quindi più resistente di altre, sta manifestando problemi. Avremo una perdita nella produzione e, se manca l’acqua, la vite per sopravvivere attinge i liquidi necessari da chicchi, impoverendoli».

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