Negozi in centro Imola, allarme rosso chiusure

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Anche a Imola continuano progressivamente a diminuire le attività di commercio di prossimità. Il costante calo dei negozi di vendita al dettaglio che Confesercenti ha evidenziato nella propria ricerca nazionale (che per l’Emilia-Romagna parla di 1.253 attività di vicinato che hanno abbassato definitivamente la saracinesca nel corso del 2022, in pratica più di tre ogni giorno) si fa sentire, in particolare, nel centro storico. E nonostante le nuove aperture, che pure emergono dai dati del Comune nel confronto fra il primo anno della pandemia e il dicembre del 2022 (che restituisce un +10), le inaugurazioni da sole non sono sufficienti per invertire il trend complessivo.

Saldo finale negativo

«Ci sono state delle nuove aperture, e ben vengano, però queste nuove aperture non vanno assolutamente a compensare le chiusure complessive – sottolinea Sabina Quarantini, presidente di Confesercenti Imola –. La Camera di Commercio di Bologna rileva un calo delle imprese sia del commercio che delle attività turistiche. Le nuove aperture sono sempre delle notizie positive, ma il saldo finale rimane negativo. Attorno a me (Quarantini è la titolare de “La porcellana bianca” in via XX settembre, ndr) hanno già chiuso e c’è il rischio che chiudano in molti».

Soprattutto, «è venuta a mancare quella continuità familiare che era la ricchezza di tante micro e piccole imprese, la linfa vitale di molte aziende a conduzione familiare – aggiunge – Non c’è quasi più». E con più negozi chiusi «vengono a mancare dei “presidi” del territorio – osserva –, la sicurezza e la capacità attrattiva del centro storico».

Insomma, «i commercianti devono essere parte dell’economia della città – conclude – e come associazione abbiamo dato il nostro contributo negli incontri con l’Amministrazione, riportando quelle che sono le richieste e i bisogni delle imprese per la creazione di percorsi il più possibile condivisi. E occorre che questo rapporto tra Amministrazione e commercianti venga sempre più rafforzato».

Le parole dell’assessore

«C’è bisogno di fare sistema – risponde Pierangelo Raffini, assessore al Commercio e al Centro storico –. Quello che stiamo cercando di fare con le associazioni è giocare di squadra cercando di rendere in qualche modo più attrattive l’economia di prossimità e le aperture nei momenti di festa o di eventi. Anche se capisco che possono non portare un immediato ritorno in termini di vendite, servono per dare la sensazione di una città viva, aperta, accoglienze. E possono, penso, avere un ritorno nel tempo».

Concretamente, «come Amministrazione, da una parte cercheremo di creare eventi che siano il più possibile continuativi nel tempo – entra nei particolari –. Inoltre, stiamo cercando soluzioni per migliorare il decoro urbano. E stiamo cercando di rendere più attrattivo e interessante il centro storico puntando sull’offerta di servizi di ristorazione e di gastronomia (il pensiero va in primo luogo all’ex Bacchilega, al Dulcis e al Colonne, ndr), anche per un tempo prolungato rispetto a quello attuale, perché oggi le persone spendono di più per questo genere di servizi».

Insomma, «non passa giorno in cui come Amministrazione cerchiamo di capire come dare il nostro contributo – assicura –. Ci confrontiamo anche con le città limitrofe, perché tutti i centri storici hanno gli stessi problemi di Imola, magari con declinazioni leggermente differenti».

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