Misano, tortura i gatti dei vicini e finisce a processo
Gabbie con spuntoni acuminati che tenevano rinchiusi due gatti e un altro micio morto, in decomposizione nel campo. È quello che gli agenti della polizia locale si sono trovati di fronte quando hanno risposto alla chiamata di una cittadina residente a Misano Adriatico, che dopo aver udito i miagolii disperati del suo gattino sparito dalla sera prima, lo ha trovato rinchiuso in una gabbia in un terreno di fianco alla sua abitazione. La gabbia, un manufatto artigianale studiato per attivare la chiusura quando l’animale vi entra all’interno, teneva rinchiusi i gattini, che presentavano anche diverse ferite sul muso. Lesioni procurate verosimilmente dagli aculei applicati alla gabbia. In seguito all’intervento della pattuglia della polizia locale, la macchina della giustizia ha iniziato a muoversi nella direzione di un uomo di 56 anni residente in zona, proprietario di un pollaio realizzato sul terreno che l’uomo ha in affitto. Proprio con la necessità di difendere le sue galline dagli attacchi di volpi o animali selvatici, l’uomo ha tentato di spiegare il perché di quella gabbia e di quel gatto morto nel campo. Spiegazioni che non hanno convinto l’autorità giudiziaria. Il giudice per le indagini preliminari ha rinviato a giudizio il 56enne misanese, accusato maltrattamenti nei confronti degli animali e attività venatoria con mezzi vietati. Il pubblico ministero ha chiesto per lui una pena di un anno e mezzo, sulla quale il giudice monocratico si esprimerà il prossimo febbraio.