"Miracoli metropolitani" al Galli con la Carrozzeria Orfeo
È settembre 2017. A Londra, nelle fogne del quartiere Whitechapel, viene trovato un grande fatberg, un iceberg di grasso calcificato. Un “mostro” fatto di rifiuti. Un episodio, vero, che è per l’autore e regista Gabriele Di Luca l’ispirazione per la scrittura del nuovo spettacolo “Miracoli metropolitani” della compagnia Carrozzeria Orfeo, in scena per la prima volta a Rimini questa sera al teatro Galli.
Una tragicomedy che con sorrisi e umorismo affronta i temi più attuali dell’oggi, come la ribellione di un pianeta ormai stremato dalle opportunistiche e disastrose azioni dell’uomo.
«E se la natura più meschina, come quella delle fogne, dopo decenni di abusi ambientali decidesse di esplodere, cosa ci accadrebbe? – si chiede Gabriele Di Luca –. Da questa riflessione è nata l’idea di ambientare la narrazione in una città immersa negli escrementi e nei rifiuti».
La prima di tre suggestioni che sono alla base della vicenda in cui si muovono gli otto personaggi in scena. La seconda è il libro di Jung “La sincronicità”.
Qual è la terza?
«Una ricerca di una rinomata agenzia americana ha rivelato che il 50% delle intolleranze e dei disagi alimentari, nelle società opulente e consumistiche come quella occidentale, diventano una moda, e c’è anche chi ci lucra sopra. Per questo si è deciso di pensare a una cucina specializzata in cibo a domicilio per intolleranti alimentari come il luogo in cui lavorano i protagonisti».Plinio, ex chef stellato ormai sul lastrico. Clara, la moglie ex lavapiatti. Igor, il figlio che gioca al videogame “Affonda l’immigrato”. Hope tuttofare etiope. Mohamed, rider sfruttato. Patty, la madre di Plinio. L’aspirante suicida Cesare. E Mosquito, un carcerato aspirante attore.
Che tipi sono?
«Personaggi bizzarri. Li unisce la battaglia per la resurrezione personale. Sono gli ultimi della società, i vinti dalla vita, quelli di cui parla Fabrizio De André. Coloro che lottano per una parte di bene nelle loro esistenze».Si affronta anche il tema Occidente e immigrazione.
«Sì. A un certo punto si parla di una azienda made in Italy che ha buttato giù villaggi in Africa per realizzare la coltivazione di avocado. È il post-colonialismo, a causa del quale le risorse vengono sfruttate senza limiti. Un problema grave che noi raccontiamo in modo umoristico attraverso i luoghi comuni dai quali si parte per approfondire».Nata nel 2007, la compagnia Carrozzeria Orfeo, con sede a Mantova, ha undici spettacoli realizzati, più di mille repliche, e il film “Thanks!” programmato su Netflix.
Come si inserisce “Miracoli metropolitani” in questo vostro percorso?
«Noi siamo per un teatro di prosa trasversale, popolare, che sappia portare sul palco tematiche urgenti, che faccia pensare, e queste sono le caratteristiche di questo ultimo progetto. Purtroppo in Italia quando si parla di “popolare” si pensa automaticamente a qualcosa di superficiale. Non è così. Attraverso la comicità si esplora la realtà e si crea una relazione reciproca con il pubblico».Progetti futuri?
«Sto lavorando al nuovo spettacolo “Salveremo il mondo prima dell’alba”. Questa volta i protagonisti saranno gli esponenti più in vista della società della performance, che nascondono invece storie di immensa solitudine e tristezza. Ricchi, che, per paura degli opportunisti e delle falsità, sono costretti a fare “comingout sul loro stato sociale solo dopo molto tempo aver conosciuto qualcuno».Per il linguaggio usato e i temi lo spettacolo è sconsigliato ai minori di 14 anni. Inizio alle ore 21.
Info: 0541 793811