Meno cani abbandonati e crescono anche le adozioni

Fino al 15 agosto scorso gli ingressi di cani al canile di Imola, che accoglie gli animali di Imola e circondario, erano stati 99 di cui 80 provenienti dal territorio comunale e 19 dai comuni intorno. I cani che finiscono in canile non sono solo raccolti per strada se trovati a vagare e senza padrone, a volte sono i padroni stessi che li portano. In questo caso si tratta di rinunce di proprietà e in questa prima parte dell’anno sono state 6, di cui 3 provenienti dal comune di Imola e altrettanti dal circondario.
Animali recuperati
I cani “vaganti” recuperati da Coala, come riferisce la responsabile Serena Mirri, sono stati invece 81 (di cui 2 riconsegnati quest’anno anche se erano entrati ancora a fine 2020). «Facendo la differenza dei cani entrati e dei riconsegnati del 2021, escludendo i 2 riconsegnati a gennaio ma entrati a dicembre, e un cane entrato identificato a luglio 2021 ma in attesa di essere ritirato dal proprietario che però al momento risulta irreperibile –spiega ancora Mirri –, si evince che gli abbandoni totali dell'anno siano stati 19 dati dalle 6 rinunce di proprietà più 13 abbandoni sul territorio. Considerando che le adozioni gestite dal personale della coop Coala a partire dal primo gennaio ad oggi sono state 71 e i decessi registrati 3, al 15 agosto in canile erano presenti 62 cani e 43 in affido pre adozione presso le famiglie adottive, anche se ancora risultano intestati formalmente al canile». Il tutto per un totale di 105 cani in carico. L'andamento degli abbandoni dei cani è in linea mentre sono decisamente aumentate, in proporzione, le adozioni dal canile.«In linea di massima possiamo dire che ci sono stati molti meno ingressi in generale e soprattutto siamo riusciti a fare adottare più cani adulti, a differenza del passato in cui di fatto si riuscivano a piazzare solo i cuccioli – aggiunge la vicepresidente di Coala, Laura Contarini –. Fra le rinunce di proprietà invece sempre più spesso queste riguardano cani con gravi patologie e quindi bisognosi di costose cure veterinarie e con pochissime possibilità di essere scelti per una nuova adozione. Ci sono poi ultimamente molti maremmani, forse c’è stato un boom in un certo senso una moda, poi magari le persone si sono accorte di non avere il contesto ambientale adeguato che serve a questa razza di cane».