Max Pezzali: "Le mie vacanze a Torre Pedrera col leoncino"

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A San Siro va in scena la nostalgia, Max Pezzali celebra le vacanze della sua infanzia in Riviera. Durante gli ultimi concerti, tenuti nella cornice dello stadio di San Siro, sold out dal 15 al 16 luglio, il 54enne Pezzali ha rammentato le estati trascorse con i genitori a Torre Pedrera. Non ricordi sfumati, ma emozioni ancora vivide che l’hanno spinto a menzionare l’hotel Mauri e il Bagno Elio. Ma non basta. Per coronare l’operazione nostalgia, sottolineata dal boato della folla, è comparsa sul maxischermo una foto di lui bambino seduto sulla brandina a strisce con un leoncino sulle ginocchia. La classica foto-ricordo del fotografo Cesari che macinava chilometri sulla battigia, con la fotocamera al collo. Frangia scompigliata, “canotta” a costine sul costume blu con tanto di sandali di plastica. Un Max lontano anni luce dal primo successo, “Hanno ucciso l’Uomo ragno”, siglato nel 1992 dalla squadra degli 883 prima di imbarcarsi nell’avventura da solista.

Stessa spiaggia

«Stando al leoncino erano gli anni Novanta», commenta il titolare dell’ex Bagno Elio, ribattezzato “Belaburdela” dopo il restyling del 2018. Sorpreso dalla menzione, si dice lieto che «l’ospitalità romagnola abbia lasciato il segno».

Stesso hotel

A fargli eco è il 66enne Maurizio Mauri, proprietario con il fratello Massimo, dell’albergo omonimo aperto dai genitori 72 anni fa. «La famiglia Pezzali è stata nostra ospite per diversi anni», racconta precisando che in quel periodo «tanti residenti a Pavia e dintorni sceglievano Torre Pedrera come meta delle agognate ferie».

Alcuni venivano da Stradella, altri da Broni, riferisce, e non mancavano stimate personalità locali, «come il proprietario dell’edicola del centro».

Difficile però ricordare quel bimbo in particolare, anche se è certo «che tutti erano arrivati grazie al passaparola di amici e non per la réclame sui giornali».

Un’epoca da cartoline e juke box, «dove ancora si prenotava di anno in anno tramite lettera e non per telefono», sottolinea evidenziando l’emozione di sapersi ricordato da un artista da 7 milioni di dischi venduti, uno così apprezzato «da riempire uno stadio» che canta a squarciagola in un colpo d’occhio straordinario. Intanto rimarca che i musicisti continuano a varcare la soglia del “Mauri”, basta pensare a due membri dei “Ladri di biciclette”, oltre al tastierista e arrangiatore di Claudio Baglioni, senza dimenticare un’intera famiglia di violinisti svizzeri, fondatori di una scuola di musica.

Altrettanto certo è che a Pezzali è riuscita la magia: per una sera le lancette sono scivolate all’indietro riaccendendo gli anni «in motorino sempre in due» dove la giovinezza splendeva senza «Nessun rimpianto».

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