Liliana Letterese del Baule Volante al Comunale di Gambettola

Archivio

Nella proposta di artisti e compagnie meno viste in zona, Roberta Colombo e il Teatro del Drago invitano stasera alle 21, teatro Comunale di Gambettola, allo spettacolo La venere nera. Tratto dal racconto “La venere d’Ille” di Prosper Merimée è portato in scena dalla ferrarese Liliana Letterese già cofondatrice nel 1994 del Baule Volante, qui accompagnata dalla violoncellista Marina Scaramagli, in una produzione di Accademia Perduta/Romagna Teatri. Famosa come compagnia di Teatro Ragazzi, Il Baule Volante di Ferrara è compagnia meno conosciuta nel teatro per adulti. L’attrice interprete è convinta che questa storia di sapore gotico ottocentesco possa catturare anche i più reticenti al teatro, attratti dal fascino narrativo. Fascino che ha conquistato anche il cinema; nel 1978 Mario Bava filmò la sua ultima regia con il figlio Lamberto nel film “La venere nera” girato a Ferrara con Daria Nicolodi.

Fra i tanti testi a disposizione, perché Letterese ha pensato, per un pubblico serale, a questo racconto meno conosciuto di Mérimée?

«Anni fa la danzatrice romagnola Emilia Sintoni (scomparsa prematuramente nel 2021 ndr) mi chiese un testo da accompagnare a un suo spettacolo da farsi alla Certosa di Bologna. Ambiente che mi ha spinta a proporre questo racconto di Mérimée che era pure un archeologo. L’avevo letta e ne ero rimasta folgorata per il fascino del mistero che sollecitava in me. Ne feci un estratto. Poi l’ho sviluppata in maniera autonoma con la musica di violoncello».

Dove è racchiuso il fascino di questa Venere?

«È una narrazione che spinge al mistero, al credo /non credo. L’archeologo narrante, in visita da un antiquario, viene a sapere che colui che lo ospita ha scoperto una statua bronzea di Venere. Da quel ritrovamento avvengono degli accadimenti o coincidenze piuttosto strane. La statua viene trovata alla vigilia delle nozze del figlio dell’antiquario e ha somiglianza con la moglie. Alla festa di nozze avverrà una tragedia, il ragazzo verrà ucciso…Rispetto all’originale ho rielaborato l’originale ma ho mantenuto gli accadimenti della vicenda. Sono partita dalle immagini più forti che il racconto mi ha lasciato. Come narratrice divento tutti i personaggi cosa che amo e mi diverte fare; questa “venere” ripercorre anche la nostra idea di teatro per giovanissimi: quella cioè di fare leva sul teatro di narrazione che sollecita l’immaginazione, dove tutto accade nella mente di chi ascolta».

A proposito del Baule Volante, cosa vi ha spinti quasi 30 anni fa a dare vita alla compagnia?

«Andrea Lugli, l’altro fondatore, ed io, ci siamo incontrati a Ferrara in un laboratorio teatrale. Chi ci ha convinti a buttarci in questo mondo è stato l’incontro con il narratore Roberto Anglisani, fra i migliori narratori in assoluto. Ci ha conquistati narrando “Il brutto anatroccolo”, mi incantò. Seguimmo un suo laboratorio e da lì realizzammo “Il soldatino di stagno” spettacolo che ottenne subito una menzione. Seguì “La bella e la bestia” per me il più bello del Teatro Volante. Il teatro povero e la narrazione sono la nostra principale direzione, a seconda delle storie e del pubblico completiamo con l’inserimento di pupazzi, altro linguaggio che amo».

Cosa cambia davanti a un pubblico adulto?

«Mi accorgo che, sia davanti a bambini sia adulti, le storie piacciono, ne abbiamo bisogno. Le storie fanno parte della nostra natura umana, abbiamo bisogno di sentirci raccontare storie». Euro 15-10.

Info: 392 6664211

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui