La ristorazione romagnola sul podio. Gorini nominato chef dell’anno
«Vecchio ma quanto siamo forti noi in Emilia-Romagna?». Al telefono c’è Massimo Bottura, in realtà il “veterano” è lui, che chiama Gianluca Gorini e si complimenta per il podio in una delle classifiche più attese della ristorazione. C’è infatti anche un angolo di Romagna, oltre a una fetta più ampia di Emilia, nella fotografia della ristorazione italiana scattata dalla seconda edizione della guida on line “50 Top Italy 2021”, curata da Barbara Guerra, Albert Sapere e Luciano Pignataro, che raccolgono il voto di un parterre folto di critici gastronomici e tirano le somme stilando la classifica che delinea successi e trend dell’annata.
I complimenti del presidente
I ristoratori della Romagna e dell’ Emilia si piazzano infatti al primo posto in tre su quattro categorie considerate, e strappano anche l’applauso del presidente della Regione Stefano Bonaccini: «La forza della nostra terra, dei suoi prodotti di eccellenza e di grandi ristoratori e chef che anche in quest'anno così difficile non si sono arresi e hanno continuato a proporre una cucina di straordinario valore. Un premio alla voglia di impegnarsi di tutta la comunità. Una conferma per un territorio, la Food Valley, che ha fatto della qualità della produzione agroalimentare e dell’offerta enogastronomica uno dei suoi punti di forza ed elemento di attrattività e di competizione a livello internazionale. Ai vincitori le mie congratulazioni per un premio che è anche un riconoscimento alla voglia di fare e di impegnarsi di tutta la comunità regionale». Dunque, i “nostri” primi sul podio sono: per la categoria osterie/trattorie L'Antica Osteria del Mirasole di San Giovanni in Persiceto (Bologna), primo per la categoria ristoranti under 120 euro Da Gorini a San Piero in Bagno (Forlì-Cesena), mentre l'Osteria Francescana di Modena è primo fra quelli dal conto over 120 euro.
Gorini chef dell’anno
È soprattutto nella categoria dei ristoranti “sotto i 120 euro” che la Romagna si fa notare. Al primo posto svetta Gianluca Gorini con il suo locale “daGorini” a San Piero in Bagno, già forte di una stella Michelin arrivata poco dopo l’apertura nei locali storici di quella che fu la Locanda al Gambero Rosso di Giuliana Saragoni. Cucina raffinata ma di ricerca e di sostanza, calata in un’ atmosfera curata ma “di casa”. Questo si respira da Gorini e questo hanno evidentemente assaporato i critici della guida. «Massimo Bottura mi ha spiegato che quest’anno hanno votato tutti i maggiori critici gastronomici, quindi si è espresso sul nostro lavoro un panel ampio che raccoglieva diverse personalità – racconta Gianluca Gorini –. Per noi è stata una grande soddisfazione essere passati dal nono posto dell’anno passato a questo così in alto, significa che il nostro lavoro ha messo d’accordo tante persone». E proprio a Gianluca Gorini è andato anche lo scettro di “chef dell’anno”, stelletta «inaspettata e che per me è motivo di grande orgoglio» dice lo chef dalla sua cucina. Una cucina che non si è chiusa neanche nei mesi più difficili di questo 2020. «In un anno funesto come questo – dice ancora Gorini – questo riconoscimento rappresenta una grande iniezione di fiducia, per me e mia moglie Sara e per tutti i ragazzi che lavorano con noi. Io ringrazio anche i nostri clienti che ci hanno sostenuto in questi mesi particolari, sono loro che ci permettono di nutrire i nostri sogni». Dopo il lockdown e le settimane in cui la cucina stellata si è “reinventata” con l’asporto, la ripresa a fine maggio è stata fulminante. «Per noi è stata una bellissima estate in cui abbiamo lavorato più degli anni scorsi –racconta Gorini –. Le persone dopo quei mesi chiusi in casa credo che abbiano riscoperto i valori del tempo e della semplicità e abbiano scoperto anche luoghi vicini che però non conoscevano affatto. La nostra valle in generale è stata presa d’assalto, da noi sono arrivate persone da lontano che non conoscevano i nostri posti e sono rimaste sorprese, si sono fermate di più o hanno detto che torneranno per godere di tutto questo con calma. A me piace vedere il risultato globale, non solo il nostro, e vedo anche molti colleghi in classifica, credo che oltre che per noi singoli, questo sia un risultato anche per l’Emilia-Romagna, che è una regione che si è sempre contraddistinta per la voglia di fare e i risultati quando arrivano danno fiducia».
Romagna premiata
Nella medesima lista si incontrano altri due romagnoli di Rimini, Mariano Guardianelli con il suo Abocar-Due cucine e Gianpaolo e Luca Raschi con Guido sulla spiaggia di Miramare, rispettivamente al 14° e 17° della stessa classifica. Fra gli emiliani premiati nella categoria ci sono anche i ristoranti Marconi di Sasso Marconi della chef Aurora Mazzucchelli e Inkiostro di Parma. Purtroppo non c’è nemmeno un po’ di Romagna nella lista delle 50 osterie giudicate migliori, dove invece sono molte quelle emiliane: dal primo posto del Mirasole di Franco Cimini, al decimo de Ai due platani di Parma, all’11° di Irina Steccanella a Savigno, il cambio di Bologna al 29°, la Taverna del cacciatore di Castiglione dei Pepoli al 36°, l’Osteria Bottega di Bologna centro al 35°. Un altro romagnolo e sempre riminese, compare invece nella categoria Low cost, è la piadineria di Giuliano Canzian e soci “Nud e Crud” sul ponte di Tiberio, 14° posto; nella categoria c’è anche la bolognese Bottega portici al 20° posto. Cucine “resistenti” che hanno tenuto duro di fronte alla difficoltà dei mesi passati, alle chiusure imposte dai decreti che hanno cercato di limitare i rischi pandemici, e a Rimini con vincoli anche più stretti che altrove.