Kavakos al Ravenna Festival con il suo Stradivari
Affrontare Johann Sebastian Bach, le sue Sonate e Partite per violino solo, è per ogni solista che si accinga all’impresa uno di quei momenti in cui ci si carica della responsabilità di una scelta importante, che non può non lasciare segni. Leonidas Kavakos l’ha fatto incidendole, per Sony, in un doppio album, sotto il titolo originale bachiano, impresso nel frontespizio della partitura, “Sei Solo”, in un’integrale che ora ripropone dal vivo a Ravenna festival, in un doppio concerto che ha il sapore delle cose imperdibili.
Questa sera e domani sera, il violinista greco, uno dei virtuosi più in vista e acclamati della sua generazione, si ergerà solo, imbracciando il suo Stradivari “Willemotte” del 1734, sotto l’abside musiva della Basilica di Sant’Apollinare in Classe per eseguire tutte e sei le composizioni in cui è articolata la raccolta bachiana: prima la Partita n. 3 e le Sonate n. 2 e n. 3, poi, domani, la Sonata n. 1 e le Partite n. 1 e 2 (complessivamente BWV 1001-1006).
Da una parte dunque la tecnica ineguagliabile, la cura del dettaglio e la musicalità straordinaria di un interprete che tutto il mondo ammira, e che la maturità dei cinquant’anni non ha che contribuito ad affinare e approfondire; dall’altra l’inarrivabile genialità di un capolavoro come quello bachiano, che riesce anche nello strumento ad arco a tessere straordinarie trame contrappuntistiche. Anche questa raccolta, come i suoi più grandi capolavori strumentali, dai Concerti Brandeburghesi alle Suite per violoncello, appartengono al periodo di Cöthen, dove il compositore trovò rifugio e lavoro nel 1717 e fino al 1723. Ma appare incredibile che tali pagine siano state stampate solo molti anni dopo, nel 1802, probabilmente su una copia lasciata dalla moglie Anna Magdalena… e incredibile è come il manoscritto originale sia stato rinvenuto fortunosamente da un puntiglioso collezionista di autografi bachiani in uno stock di vecchie carte cedute a un piccolo droghiere che chissà che uso ne avrebbe fatto (!).
Non stupisce certo che Leonidas Kavakos, dopo una carriera che dall’esordio giovanissimo (nato in una famiglia di musicisti con un violino ricevuto in dono già a cinque anni), l’ha portato nei teatri più importanti del mondo e ad aggiudicarsi i premi più prestigiosi – tra tutti il temutissimo “Paganini” e il “Sibelius” di Helsinki; che l’ha spinto fino a cimentarsi con successo e sempre più spesso sul podio direttoriale –, non stupisce si diceva che arrivi ora a “scalare” questa cima bachiana. Del resto, come egli stesso afferma, è l’indicibile ad attrarlo: quell’ineffabile «ritmo dell’armonia e armonia del ritmo».
Il concerto a Sant’Apollinare in Classe sia questa sera che domani sera inizia alle 21.30.
Info: 0544 249244 oppure www.ravennafestival.org