"Io, l'unico negoziante riminese sui viali delle Regine"

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La Pasqua è andata bene, gli affari anche e la merce si è venduta. E nonostante le temperature non estive, la passeggiata serale c’è stata. Pollice su, quindi, per questo test pasquale in Riviera, ma i nodi restano così come le numerose problematiche per chi fa commercio sui viali delle Regine. Con i pochi parcheggi, gli affitti alti, le tasse che arrivano al 65% del fatturato, a cui si aggiungono l’evidente degrado di vetrine sfitte, saracinesche abbandonate, hotel in disuso e locali chiusi da decenni, la situazione non è semplice.

L’“unico riminese”

«Sono rimasto l’unico riminese a gestire un negozio praticamente fino a Marina Centro», dice Daniele Bezziccheri, 59 anni, titolare insieme con la sorella Simonetta, di Mistiary, articoli sportivi, abbigliamento uomo, donna, e calzature, al numero 93 di viale Regina Elena. «Da Miramare a Marina Centro, gli italiani titolari di un’attività commerciale sono rimasti una decina al massimo – dice con orgoglio romagnolo –. Prendiamo ad esempio la vetrina della profumeria al fianco destro del mio negozio; per tutta l’estate scorsa è rimasta una saracinesca abbassata. Quest’anno, al posto della profumeria ha aperto l’ennesimo mini market gestito da cittadini stranieri. Niente da dire, sia chiaro, ma se si parla di commercio qualificato, il mini market non ci sta». Sul lato sinistro di Mistiary che come recita l’insegna è aperto dal 1990, non va meglio. «Qui c’è un hotel chiuso almeno dal 2004 – indica Daniele –. Cade a pezzi e non è certo bello da vedere, proprio in prima linea sulla passeggiata». «Insomma – continua –, la problematica non sono certo i bengalesi e i mini market, ma l’offerta in caduta libera, sempre più al ribasso. È forse un problema principalmente di immagine, se vogliamo, che però diventa un problema di sostanza in una città a vocazione turistica. Mi reputo fortunato perché lavoriamo bene, il negozio è di proprietà e in zona ci sono imprenditori seri, albergatori che hanno riqualificato e che hanno una buona clientela. Quindi ribadisco, non possiamo avere negozi che si presentano male. Sono consapevole che non sono più gli anni Novanta, ma bisogna comunque cercare di lavorare al meglio, come noi riminesi sappiamo fare».

La storia dei viali

Dagli anni Ottanta, per tutti i Novanta e i Duemila, la famiglia Bezziccheri ha vissuto nel commercio. «Avevamo, sempre su viale Regina Elena, un grande negozio di scarpe le Calzature dell’Adriatico – racconta Daniele –. Ho iniziato lì a 9 anni. Come si faceva a quei tempi, quando i genitori ti mettevano a lavorare da giovane e piano piano imparavi un mestiere. Nel 1990 abbiamo aperto Mistiary e fino a quando i miei genitori non sono andati in pensione, nel 2003, abbiamo gestito due negozi. Insomma di commercio ne sappiamo abbastanza per raccontare la storia dei viali delle Regine». Dalle 9 del mattino alle 23.30 di sera non stop, saracinesca alzata e pronti ad accontentare il cliente, i Bezziccheri sono stati i testimoni, estate dopo estate, di come i viali hanno cambiato volto.

Tutto è cambiato

«Con gli anni Novanta non c’è paragone. Le presenze sono dimezzate, ma la crisi vera è arriva negli ultimi 15 anni – spiega il commerciante –. La necessità di lasciare le attività agli stranieri è arrivata con la fine di quella generazione che sapeva fare turismo e sacrificarsi. I vecchi conoscevano il valore del sacrificio e che lavorare significava stare in strada davanti al negozio tutto il giorno, con il sorriso e la parlantina per buttare dentro i turisti. Quest’anno per me sono 50 anni. Mezzo secolo in strada davanti al mio negozio». Secondo Daniele però, la seconda fase della crisi è arrivata quando anche molti gestori stranieri hanno iniziato a chiudere le attività. «Diversi commercianti bengalesi e molti italiani hanno lasciato – spiega – perché quando un affitto per un negozio di 30-40 metri, ti costa oltre 12 mila euro l’anno, cioè mille euro al mese, non è facile mantenersi sul mercato».

Prospettive

«Per il futuro? Beh bisogna cambiare rotta», dice Bezziccheri . E avverte: «Non toccate i parcheggi sul lungomare se prima non si trovano soluzioni alternative». Inoltre «basta con i pullman per spostare dal mare i turisti e portarli nei centri commerciali. E infine la riqualificazione dei viali, per cui il Comune dice di avere i soldi, deve essere a garanzia di un commercio di qualità. Quando abbiamo aperto noi, negli anni Ottanta sui viali c’erano le gioiellerie e le boutique di abbigliamento di lusso. Il turista medio aveva la capacità di spendere e anche la vita notturna aveva il suo spazio. Qui c’era il Tiffany, ora diventato un parcheggio, c’era il Blow Up di Zanza, c’erano le olandesi, le svedesi, le donne più belle...». Sospira Daniele professandosi ancora uno “zitellone” doc.

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