Imprenditore 50enne di Cesena accusato di stupro: parlano le amiche della 20enne che ha denunciato l'uomo

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Le amiche della vittima su una sola cosa concordano. «Dopo quei fatti lei è dimagrita tanto, non stava più bene ed ha avuto bisogno di essere seguita dal punto di vista psichiatrico». Per il resto sui “motivi” che avrebbero spinto la propria amica a continuare a scrivere ed a frequentare anche nell’imminenza dei fatti quello che era (per le accuse) il suo aguzzino, le teorie esposte sono diverse ed a volte contrastanti tra loro. È proseguito con queste testimonianze nell’aula del presidente Adriana Cosenza (pm Luca Beruzzi) il processo a carico di un imprenditore cesenate 50enne, accusato di violenza sessuale su una ragazza bolognese di appena 20 anni: la figlia di un’amica di lui. Un processo che si sta svolgendo in tribunale a Rimini perché la violenza (che per l’accusato è invece un rapporta pienamente consenziente) si sarebbe consumata in una delle tante case che l’imprenditore cesenate possiede e che si trova a Santarcangelo. I due protagonisti della vicenda si conoscono da tempo. Lei ha poco più di 20 anni e abita a Bologna. Lui è il titolare di un’azienda con sede a Cesena. I due una sera si misero d’accordo via messaggio per vedersi a casa di lui. Una serata durante la quale ci fu un rapporto sessuale completo. Che ora è additato come uno stupro.
Di certo c’è che lei, stagionale in un albergo di Cesenatico, il giorno dopo decise di lasciare anzitempo il posto di lavoro e ricontattare l’uomo. Era arrivata tardi al lavoro, era stata “maltrattata” dai proprietari dell’hotel, era senza soldi per tornare a casa e chiedeva aiuto all’imprenditore cesenate. Lui le disse di tornare a Santarcangelo in taxi, pagandogli la corsa. Poi l’accompagnò in stazione in tempo per farle prendere le coincidenze per Bologna. Consigliandola pure di rivolgersi ai carabinieri per i maltrattamenti subiti sul lavoro. Una giornata chiusa con alcuni messaggi via whatsapp tra i due ed alcuni scambi di battute ed emoticon via Instagram. Un anno dopo i fatti la denuncia per stupro: con la 20enne che ha spiegato anche come l’uomo quella fatidica sera avrebbe fatto uso di droghe e l’avrebbe minacciata. Per questo avrebbe continuato anche via messaggio a comportarsi “normalmente” con lui.
La ragazza, difesa dall’avvocata Rossella Mariuz, i messaggi in questione li aveva cancellati tutti. I difensori dell’uomo, Alessandro Sintucci e Marco Baldacci, si sono rivolti al consulente tecnico di parte Luca Mercuriali che è riuscito a recuperarli. Consulenza tecnica che sarà protagonista nella prossima udienza di ottobre. Con tutti gli altri testimoni della difesa e con in calendario anche l’esame dell’imputato.

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