È partita la vendemmia, un po’ in anticipo rispetto agli anni scorsi ma niente che non fosse previsto. In realtà, «era stata molto precoce negli anni scorsi causa siccità», raccontano dalle vigne. Nell’Imolese in pianura c’è chi ha già cominciato, con i pinot e lo chardonnay, mentre in vallata si comincerà più avanti, tornando ai ritmi della vendemmia settembrina di un tempo. Una cosa però è presente nelle parole di tutti: l’ottimismo, nonostante tutto. Per la stagione che è stata, seppure non sia possibile generalizzare perché ogni vigna è un mondo a sé, l’alluvione e le frane non hanno causato troppi danni agli impianti. E persino la patologia fungina più frequente, la peronospora, talvolta addirittura assente in passato e invece quest’anno molto diffusa per via delle ingenti piogge e per la difficoltà di entrare nelle vigne a fare i trattamenti necessari, non ha mietuto troppi grappoli. Le nottate più fresche di inizio agosto poi promettono profumi interessanti.
Grappoli perfetti
«Le nostre vigne nell’Imolese non sono state colpite da frane o alluvioni ma la gestione è stata più difficile perché non è stato facile entrarvi subito dopo le piogge – racconta il titolare dell’azienda Merlotta Fabio Minzolini, dove il pinot nero è appena stato raccolto mentre lunedì è stata la volta di chardonnay e pinot bianco e la prossima settimana dell’albana –. Abbiamo preservato la qualità delle uve dalla peronospora che dove ha attecchito, lo ha fatto solo sulla foglia. I grappoli sono perfetti. Siamo ottimisti per le varietà autoctone, albana e sangiovese». Un paragone interessante lo offre Vittorio Navacchia della cantina Tre Monti: «Abbiamo vigneti sia a Imola, con varietà precoci come chardonnay e sauvignon, e a Forlì con le nostre varietà, trebbiano, albana e sangiovese. Quest’ultimo è in ritardo di una decina di giorni sull’anno scorso. Nonostante gli stessi trattamenti, a Imola le uve sono belle mentre a Forlì abbiamo qualche problema in più con le patologie – racconta –. Per una brinata tardiva sapevamo avremmo avuto un po’ meno chardonnay. C’è stato invece un piccolo aumento del 10-15% di sauvignon blanc. I primi mosti comunque sono di qualità, le prime notti di agosto più fresche hanno permesso di salvaguardare le componenti aromatiche».
Vendemmia più tardi
Tra coloro che devono ancora partire c’è invece Jacopo Giovannini dell’azienda omonima: «Partiremo verso la fine della settimana con lo chardonnay e poi verso metà settembre con l’albana, il trebbiamo e il sangiovese. Non abbiamo avuto problemi di sorta se non qualche vite rovinata dal vento – racconta, sottolineando che ogni vignaiolo sta affrontando una situazione a sé –. L’albana di Imola si sta tipicizzando, diventando un punto fondamentale per il territorio. Spero la vendemmia porti un po’ di sorriso per guardare al futuro».
In vallata
Chi ha avuto più problemi probabilmente sta in vallata. Franco Dal Monte, ad esempio, ha avuto i suoi 3 ettari della Terre di Macerato nella zona di Carseggio a Casalfiumanese isolati per qualche tempo. «Non solo, per questo un ettaro nella posizione più difficile è andato perduto – spiega –. La peronospora certi anni non l’avevo nemmeno mai vista, mi preoccupavo più per l’oidio. Quest’anno invece non potendo intervenire nei tempi necessari si è fatta sentire». I due ettari rimanenti sono di sangiovese: «Vendemmierò a metà settembre se non più avanti», conclude.