Imola, il Gruppo Villa Maria trova casa nell'ex sede del Mercatone

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Non passano inosservate le tre lettere cubitali apparse da qualche tempo sulla torre dell’ex Mercatone Uno che si staglia all’ingresso di Imola sull’autostrada, insieme a un logo. Quello della Gvm care & research, il Gruppo Villa Maria spa nato dall’omonimo ospedale a Cotignola negli anni Settanta che si è poi espanso oltre i confini nazionali e il settore prettamente sanitario. Il gruppo, che vanta già varie convenzioni con le Ausl ed è accreditato al Servizio sanitario nazionale, è in arrivo anche a Imola, dove si sta accasando nella storica sede dell’ex Mercatone Uno, da tempo in cerca di nuovi inquilini.

In arrivo

Per sapere cosa aprirà nell’iconica torre, in una posizione strategica per la grande visibilità, bisognerà attendere ancora un po’. La direzione del gruppo, infatti, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali ma non dovrebbe mancare molto. Sulla facciata però appare il nome della Gvm Assistance, un’azienda del gruppo, ed è molto probabile inaugurerà una centrale di servizi di telemedicina. Del gruppo fanno parte anche il Maria Cecilia hospital a Cotignola e il San Pier Damiano hospital a Faenza nell’ambito sanitario oltre che a controllate che operano in altri ambiti del settore sanitario. Dalla fornitura di servizi alla produzione e vendita di dispositivi medici, alla gestione di strutture alberghiere e termali.

Il sindacato

Della sua presenza si è accorta anche la Cisl Area metropolitana di Bologna: «Gvm è un gruppo molto grande che sta senz’altro rafforzando la propria presenza in città, brandizzando una torre molto in vista – afferma Stefano Franceschelli della Fp Cisl, che pone una riflessione –. Lo stato di salute dei bilanci della sanità pubblica, cioè il suo deficit a livello regionale, è noto. Una delle voci di spesa più importanti delle aziende sanitarie pubbliche, infatti, è legata al privato e sono cioè le convenzioni pubblico-privato. L’Ausl di Imola ne ha almeno due importanti, con Villa Maria Cecilia per la cardiochirurgia, e con il San Pier Damiano. Senza contare tutte le prestazioni di diagnostica urgente erogate dal privato, ma pagate dal pubblico, se l’ospedale non riesce a garantirle entro quindici giorni. Non vorremmo che l’unica voce di contrazione della spesa per far fronte a questa situazione fosse quella del personale pubblico», conclude.

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