Imola, caro energia le preoccupazioni e l'appello delle imprese
L’aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità, dell’inflazione, dei tassi d’interesse, le difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime, in aggiunta ai postumi della pandemia Covid non allentano la loro morsa. Anzi. Le imprese imolesi, sia di natura cooperativa che di capitale, in questo rientro dalle ferie stanno facendo i conti con le conseguenze di una tempesta perfetta, non certo positiva, sulla propria pelle. La preoccupazione è palpabile soprattutto per la prossima stagione, ma per il momento non si segnalano battute d’arresto nei diversi ambiti produttivi.
Le preoccupazioni artigiane
«Lo scenario che abbiamo di fronte – sottolinea il presidente di Confartigianato Imola e Bologna metropolitana Amilcare Renzi – è molto preoccupante. Serve una risposta tempestiva e duratura per calmierare il costo energetico perché così si azzerano tutti gli sforzi fatti dai comparti in questi mesi che avevano portato a una performance importante a livello regionale. Non basta un tetto – rimarca Renzi – si devono trovare subito azioni che abbassino il prezzo dell’energia». Sul comparto edile le cose non cambiano. Lo conferma Gianfranco Montanari sempre di Confartigianato che sottolinea come «pur non essendo questo un settore energivoro, prioritariamente ci si sta scontrando con rincari, anche tre volte in più, a causa delle materie prime e soprattutto a una mancanza delle stesse. Allo stato attuale vediamo che nuovi cantieri non partono e quelli operanti accumulano ritardi». Non cambia l’analisi della Cna che anzi sottolinea come «per capire cosa sta succedendo alle nostre imprese – evidenzia il presidente Luca Palladino – stiamo richiedendo le bollette degli ultimi tre mesi per poter avere un’analisi comparativa inequivocabile. Al di là dei risultati, che saranno drammatici, parliamo dicosti del gas che sono triplicati, questo problema interessa non solo i comparti energivori ma anche quelli con meno necessità d’approvvigionamento. Tutto questo rischia di innescare un cortocircuito, dovuto anche all’ inflazione galoppante, tassi in aumento e difficoltà di liquidità che rischia di creare ricadute occupazionali serie».Cooperazione
In ambito cooperativo, che a Imola prende soprattutto il nome di Sacmi, Cefla e Ceramica, non mancano le preoccupazioni.« È vero – sottolinea Raffaele Mazzanti, di Legacoop – che le prime due si queste aziende hanno messo in campo sistemi di autogenerazione per essere meno dipendenti dall’approvvigionamento standard, ma la questione non si può dire risolta. Altro è il comparto ceramico. Qui il problema della bolletta del gas diventerà impattante per i prossimi mesi. Se ci aggiungiamo il fatto che questo arriva dopo una difficoltà di reperimento e elevato costo delle materie prime, allora il mix è devastante».Confindustria
Dalla parte di Confindustria il rappresentante Marco Gasparri non ha dubbi «la situazione è veramente molto drammatica e complicata. Oltre a interventi immediati – aggiunge – serve un tetto al prezzo del gas svincolato dalla componente energretica e soprattutto la borsa olandese dell’energia va regolamentata differentemente. Infine – chiude Gasparri – bisogna tornare a fare estrazione di gas naturale. Non possiamo permettici di incorrere in una deindustrializzazione generale del Paese per problemi energetici».«Il futuro è incerto per i commercianti e i pubblici esercizi. La situazione di un prezzo energetico, che a fine estate è già alle stelle, non lascia sperare nulla di buono per il periodo in cui tutte le attività saranno necessariamente più energivore con l’arrivo del freddo». Scenari a tinte fosche sono quelli dipinti dalle rappresentanze del mondo commerciale, Ascom e Confesercenti, per i prossimi mesi. «Dall’inflazione alle difficoltà di liquidità delle aziende – spiegano il presidente di Confcommercio Imola Danilo Galassi e la presidente di Confesercenti Sabina Quarantini – mettono a serio rischio la solidità e la redditività dei nostri associati». Bollette che scottano, minor potere di acquisto delle famiglie e di conseguenza minori incassi non sono certo gli ingredienti giusti per la buona tenuta del commercio. Per sensibilizzare l’opinione pubblica imolese, anche in città gli aderenti della Fipe, i pubblici esercizi, hanno deciso di aderire alla campagna nazionale “Bollette in vetrina”. Sarà così esposto in bella mostra quanto ogni esercente si è trovato a dove pagare la propria fornitura di luce o gas. «Un modo trasparente – spiega il presidente Galassi – per fare in modo di rendere chiare e incontrovertibili le difficoltà che anche i commercianti stanno attraversando in questo periodo in giustificazione, per esempio, dell’eventuale decisione di aumentare un po’ il prezzo della merce». Si tra parlando di aumenti energetici che per i rappresentanti delle due associazioni si quantificano in una forbice «compresa tra il 100 e il 200% rispetto agli stessi periodi di due anni fa». Per questo «servono risposte tempestive – concludono – di lungo respiro che vadano da un tetto, a un abbassamento delle tasse e del costo stesso dell’energia».