Un’allenatrice della Biancoverde Imola Ginnastica artistica sotto accusa per presunti maltrattamenti verbali e fisici ai danni di quattro ragazze nello spogliatoio della palestra. I fatti risalirebbero al 2018 e a raccontarli, come riportato anche ieri dal quotidiano La Repubblica, sono quattro ragazze che all’epoca avevano tra i 7 e 24 anni e che tramite l’associazione ChangeTheGame hanno denunciato le vessazioni alla Procura di Bologna. Sull’accaduto l’autorità giudiziaria ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di violenza su minori (a capo dell’inchiesta c'è il pm Augusto Borghini) e l’allenatrice ha ricevuto un avviso di garanzia. Le quattro giovani, assieme a sette testimoni che avrebbero assistito agli abusi, sono state già ascoltate anche dalla Procura federale.
Le testimonianze
A raccontare i maggiori particolari è la ragazza più grande: «Presi uno schiaffo così forte da lasciarmi l'impronta sulla pelle. Per non parlare degli insulti: lei prendeva i coni grandi per usarli come microfono davanti a tutti». Sofferenze taciute che sono emerse solo ora perché, spiega, «non abbiamo avuto subito il coraggio di denunciare poi quando Repubblica ha iniziato a scoperchiare il vaso ci siamo dette: “Se non lo facciamo ora non lo faremo mai più”. Così abbiamo chiamato tante nostre compagne che sono venute a testimoniare. Non abbiamo parlato con la Federazione, ma tutti sanno cosa accadeva a Imola». La più piccola, che aveva 7 anni, ha riferito invece del sedere rosso per i tanti pizzicotti ricevuti e del non sapere come parlare della violenza subita nel corso dell’allenamento con i propri genitori. «Ricevevamo bacchettate in testa e io venivo sempre sminuita con frasi tipo “sei in Nazionale solo per merito nostro, non sei nessuno” o “sei stupida”. Era avvilente. Una volta l’allenatrice mi ha controllato la borsa, ha trovato tre cioccolatini e mi ha fatto una scenata», si legge in un’altra testimonianza. «Se avevamo degli infortuni nessuno ci credeva. “Stai male solo perché non vuoi lavorare”, ci sentivamo ripetere. E se il medico ci diceva di riposare 5 o 10 giorni era uguale: era l'allenatrice a decidere», raccontano ancora.
La difesa
L’allenatrice, che ha sempre insegnato nel settore della ginnastica artistica, è difesa dagli avvocati Carlo Machirelli e Silvia Villa. Contattati, i legali preferiscono non commentare anche se si dicono sicuri dell’innocenza della loro assistita, come affermato da Machirelli sempre a Repubblica: «Siamo assolutamente convinti che la vicenda termini con un’archiviazione. Non abbiamo dubbi sulla correttezza dell'operato dell’istruttrice».