Il museo di Rimini cambierà volto: ecco il progetto
«Il museo – diceva Giulio Carlo Argan – non dovrebbe essere il ritiro e il collocamento a riposo delle opere d’arte, ma il loro passaggio allo stato laicale, cioè allo stato di bene della comunità».
Ed è con in mente questa idea di «bene comune» che la città di Rimini si appresta, il 27 febbraio, a dare il via ai lavori che rivoluzioneranno il Museo della Città Luigi Tonini per farlo entrare «nella sua età adulta», come sintetizza il sindaco Jamil Sadegholvaad, avendo in mente l’obiettivo di Capitale italiana della cultura 2026.
Una riflessione che si era già avviata con l’apertura del Part e il conseguente spostamento all’Arengo del Giudizio universale, affresco proveniente da Sant’Agostino e perla del Trecento riminese, attorno a cui ruoterà la nuova sezione al primo piano del museo denominata Dall’alto Medioevo al Rinascimento.
Nell’ex Collegio dei Gesuiti
Quasi mille metri quadrati rimessi a nuovo per festeggiare degnamente i cento anni di questa gloriosa istituzione, nata nel 1924. L’attuale sede nell’ex collegio dei Gesuiti ed ex Ospedale civile prende vita dal 1981 con il lapidario romano, mentre l’allestimento delle sale comincia dal 1990. Il secondo lotto venne inaugurato nel 1994, a cinquant’anni dalla distruzione del vecchio museo. Un luogo che racconta l’identità storica e culturale della città e in cui sono conservate opere di enorme pregio, prima fra tutte la Pietà di Bellini , ma anche la Pala di San Vincenzo Ferrer del Ghirlandaio, un San Girolamo e un Sant’Antonio del Guercino, e il San Giuseppedi Guido Reni.Nella top 5 in Italia
«Questo è uno tra i primi cinque musei civici in Italia per numero di opere presenti» dice il direttore Giovanni Sassu . Quasi 400 di queste opere ora – grazie all’intervento dell’architetto fiorentino Lorenzo Greppi – saranno ricollocate e valorizzate al meglio, con un nuovo percorso espositivo ad anello, nuovi colori e nuove luci, seguendo i dettami della museografia contemporanea che prevede anche utilizzo di «tecnologie immersive».Il rinnovamento degli spazi investirà anche la Sala del Giudizio e le tre sale malatestiane del primo piano, originariamente escluse dalla riqualificazione, grazie al contributo della Legge 18 della Regione Emilia-Romagna. Anche i capolavori rinascimentali del museo dunque, come la Pietà di Bellini, saranno riallestiti con una veste nuova e più moderna. Una «riqualificazione percettiva» per valorizzare al meglio quest’opera eccelsa, spesso richiesta in prestito da musei di tutto il mondo. Durante l’estate la Pietà troverà una collocazione provvisoria al piano terra del museo, in modo da restare visibile fino alla riapertura del primo piano, che dovrebbe avvenire il prossimo settembre.