Il Mastorna di Fellini diventa un'opera lirica

Il primo ad averne immaginata una trasposizione musicale era stato Paolo Fabbri, forse già all’epoca in cui dirigeva la Fondazione Fellini. Ora Il viaggio di Mastorna, il “fantasmone” di Federico Fellini, la grande incompiuta, il film mai fatto ma rimasto in testa fino agli ultimi anni di vita, fino ad acconsentire di farne un fumetto (di Milo Manara, per la rivista Il Grifo, tramite il fido Vincenzo Mollica), diventa lirica: “Il viaggio di Mastorna”, opera fantastica in tredici quadri, da un’idea di Cinzia Salvioli e Valerio Tura, musica e libretto di Matteo D’Amico, regia di Valter Malosti che è anche la voce di Fellini. Si va in scena in prima assoluta sabato 23 ottobre (ore 20.30) al teatro Galli.

Sì, il compianto Paolo Fabbri, il semiologo Paolo Fabbri, aveva colto la “natura” musicale di quel progetto “maledetto”: un periodo di malattia di Fellini a metà anni Sessanta, i consigli dell’amico sensitivo Gustavo Rol e altri vari accadimenti ne impedirono sempre la realizzazione. Ci rimangono solo alcune versioni di sceneggiatura (vi collaborarono Bernardino Zapponi, Dino Buzzati, Brunello Rondi) custodite tra Rimini e la Svizzera, ma “Il viaggio di G. Mastorna” è leggibile (e consigliatissimo) nella trascrizione operata dallo scrittore Ermanno Cavazzoni per Quodlibet nel 2008.

“Il viaggio di G. Mastorna” racconta dello strano viaggio dell’omonimo violoncellista 45enne che, salito su un aereo e costretto a un atterraggio di fortuna, si ritrova nel centro di una città tedesca, Colonia, e non capisce più se è ancora vivo o morto. È un viaggio nell’aldilà che è un aldiqua come ha osservato Cavazzoni. Unica traccia visiva del possibile film, alcune sequenze girate negli stabilimenti romani della De Laurentis (con la scenografia di Pier Luigi Pizzi) e finite in “Block-notes di un regista”, il film realizzato nel 1969 per la tv americana Nbc.

«Conosco il testo del Mastorna sin dalla sua pubblicazione in origine per Bompiani – spiega Valter Malosti –. In passato avrei voluto farne qualcosa per la radio».

Malosti intorno a Fellini, anzi al Fellini scrittore, ha già lavorato con lo spettacolo “Giulietta” (in scena prossimamente al Bonci di Cesena nel nuovo allestimento). Quella scritta per questa opera lirica «sarà una musica molto mercuriale, che scorre, punge» anticipa Matteo D’Amico. In scena vi saranno sei cantanti, il baritono Luca Grassi nei panni di Giuseppe Mastorna, in più ruoli, anche corali, le soprano Yulia Tkachenko e Vittoria Magnarello, la mezzosoprano Eleonora Lué, il tenore Aslan Halil Ufuk e il basso Ken Watanabe.

«La protagonista femminile è la figura della hostess – prosegue D’Amico – una sorta di Beatrice di dantesca memoria, che sostiene Mastorna». Di echi danteschi, del resto, trabocca il testo felliniano. Ai cantanti si affiancano due attori – Marco Manchisi e Matteo Baiardi – e la danzatrice Barbara Martinini.

Al progetto ha lavorato fattivamente dal 2016 Valerio Tura, insieme ai compagni di viaggio Cinzia Salvioli e Matteo D’Amico. Lungaggini per avere i diritti e poi la pandemia hanno sfilacciato i tempi di realizzazione. «Conobbi il Mastorna negli anni Settanta grazie a Glauco Cosmi, all’epoca lavoravo qui a Rimini alla Sagra malatestiana – spiega Valerio Tura –. Fu un colpo di fulmine». L’opera attingerà anche alla versione fumettistica del Mastorna e ci sarà un disegno inedito di Manara.

“Il viaggio di Mastorna” è una coproduzione con il teatro Alighieri di Ravenna, collaborazione fruttuosa che ha già prodotto la messa scena dell’“Aroldo” di Verdi che ha debuttato al Galli e verrà ripreso nella stagione lirica dell’Alighieri. Il “Mastorna” sarà replicato giovedì 4 novembre al teatro Bonci di Cesena.

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