Il castello di Montefiore nella pittura dei romagnoli
Nell’ultima tela firmata da Giovanni Francesco Guerrieri (Fossombrone 1589-Pesaro 1657) nel 1656 custodita nel Santuario della BV di Bonora, San Carlo Borromeo inginocchiato richiama la protezione della Madonna su Montefiore Conca indicato da Sant’Anna in compagnia della figlia. Il castello viene edificato attorno al 1340 da Galeotto Malatesta e terminato da Malatesta Guastafamiglia. Il figlio Pandolfo ne amplia la struttura e Malatesta Ungaro verso il 1370 ne fa affrescare il piano nobile. Nel 1458 Federico da Montefeltro lo conquista ma ne è scacciato da Sigismondo Pandolfo suo acerrimo nemico. Il figlio Roberto nel 1462 lo perde di nuovo a vantaggio del duca d’Urbino. Donato da quest’ultimo al papa, questi lo cede a Cesare Borgia. Nel 1504 passa ai veneziani per ritornare allo Stato Pontificio. Inizia così il declino progressivo della struttura.
Da Napoleone alla Chiesa
Nel 1797 entra a far parte della Repubblica Cisalpina, poi del Regno d’Italia di Napoleone per ritornare alla Chiesa dopo il Congresso di Vienna. Nel 1819 presenta ancora la struttura di base nel disegno di Massimiliano Romagnoli (Montefiore 1762-Solenzara 1868), farmacista ed entomologo affiliato alla Carboneria, mandato in esilio in Corsica nel 1821. Dopo la II Guerra d’Indipendenza il paese entra a far parte del Regno d’Italia e nel 1917 riprende il vecchio nome di Montefiore che nel 1863 era diventato Montefiorito, prima di subire i danni del terremoto del 1918.Rocche e castelli di Romagna
Nel 2019 il Comune di Forlì dedica un ciclo di esposizioni alle “Rocche e Castelli di Romagna” dipinte da Giordano Severi (Cesena 1891- Recife 1957) fra il 1928 e il 1930, curato da Flora Fiorini e Orlando Piraccini con la collaborazione di Anna Provenzano e Sergio Spada a Palazzo Romagnoli. Tra le 60 eseguite dall’artista figura un brillante castello di Montefiore.Luigi Pasquini (Rimini 1897-1977), acquerellista, grafico, cartellonista, scrittore e giornalista profondamente legato a Rimini e alla Romagna, è un eclettico conservatore della tradizione figurativa ricordato con la mostra curata da Annamaria Bernucci “Luigi Pasquini. Un cronista del pennello” nel Museo della Città a Rimini e nel relativo catalogo edito da Minerva di Argelato.
Nel 1937 l’artista pubblica “Romagna” per la Tipografia del Littorio di Forlì, con un’ampia serie di paesaggi che ripropone vent’anni dopo in “Romagna per lettori e veditori” edita dai Fratelli Lega di Faenza. Tra i tanti figura una bella panoramica di Montefiore. Sul catalogo edito da La Pieve di Villa Verucchio della mostra dedicata a Fortunato Teodorani (Cesena 1888-1960) alla Galleria Comunale S. Croce di Cattolica a cura di Annamaria Bernucci e Orlando Piraccini, emerge come durante i suoi movimenti quale frescante di successo di edifici civili e religiosi, Fortunato dipinge tavolette da lui stesso definite “impressioni dal vero”, in netto contrasto con la sua ricercata pittura ufficiale. La serie comprende la veduta del castello di Montefiore del 1938 sulla quale Piraccini scrive come «la luce acquisti concretezza fisica… in un tutt’uno magicamente sospeso nell’attimo irripetibile».
Il francobollo
Restaurato e parzialmente ricostruito, il fortilizio riapre i battenti al pubblico nel 1949.Alberico Morena (Gubbio 1926-Spoleto 2014) incisore e pittore, direttore della Scuola Statale d’Arte di Spoleto, ne immortala il profilo notturno nel francobollo della serie “Castelli d’Italia” emesso dalle Poste Italiane nel 2007.