Il carabiniere e le notizie in cambio del trasferimento in Procura

Ambiva a ottenere il trasferimento alla sezione di polizia giudiziaria della procura di Ravenna, cercando di avere la meglio su chi, a suo dire tra i colleghi, cercava di “fargli le scarpe”. Il luogotenente Pino Daniele, 53 anni, nell’estate del 2019 era in servizio come comandante della Stazione dei carabinieri di Cotignola quando ha iniziato a scriversi con Gianluca Pini chiedendo un’intercessione con l’allora procuratore capo Alessandro Mancini, ritenuto dal giudice «del tutto ignaro delle interlocuzioni e dell’accordo avente ad oggetto reciproci scambi di utilità» tra i due. Una “buona parola” che l’ex parlamentare avrebbe speso chiedendo come moneta di scambio informazioni di vario tipo, ottenute all’occorrenza su terze persone.
Richieste assillanti da parte del militare, finito a sua volta agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione e accesso abusivo a sistema informatico, e difeso dall’avvocato Ermanno Cicognani.
Era consapevole, il carabiniere, che l’assegnazione nella sezione di pg doveva essere approvata dal procuratore capo e dal procuratore generale con provvedimento congiunto. E qui si innesca il reticolo di conoscenze tessuto da Pini; che per mesi e mesi lavora per inserire il fidato militare negli uffici ai piani alti del Palazzo di giustizia. L’attesa si fa però più lunga del previsto e il luogotenente chiede aggiornamenti sullo stato della domanda già presentata. Rimarca che “i soliti noti cc di Lugo e Ravenna non si aspettavano la mia domanda e forse li ha spiazzati, magari gradiscono qualcuno a loro compiacente quindi penso mi ostacoleranno badando bene di non lasciar percepire la loro intenzione al grande capo. Sennò escono con le gambe rotte”.
Da parte del politico iniziano ad arrivare le prime richieste di favori. Vuole sapere dettagli su un’auto. “Sta macchina sta seguendo da giorni un amico. Mi puoi dare una mano?”.
Il 23 gennaio 2020 arriva la lieta novella per il carabiniere, con un messaggio di Pini, che gli scrive, “Tutto firmato”. E infatti il trasferimento ufficiale arriva il 26 febbraio successivo, preceduto, alcuni giorni prima da un altro messaggio di conferma: “Dobbiamo festeggiare”.
Le indagini hanno individuato gli accessi abusivi al sistema informatico delle forze dell’ordine anche nei mesi precedenti al trasferimento, non direttamente collegati all’onorevole. Tre quelli invece contestati in concomitanza con il passaggio alla sezione di polizia giudiziaria, su richiesta di Pini. L’accusa rimarca anche l’aggravante di avere commesso il fatto in qualità di pubblico ufficiale, con l’abuso dei doveri inerenti la sua funzione e dovuta al fatto di avere violato un sistema informatico adibito all’ordine pubblico.