Il boom delle caldaie Aumenti nelle vendite che vanno dal 30 al 50%
«Trenta, quaranta, in alcune regioni anche del cinquanta percento». Sono gli aumenti di vendite che la forlivese Cosmogas, tra le aziende più importanti a livello nazionale nel mondo del riscaldamento, ha registrato nell’ultimo anno. A metterli in fila è Arturo Alessandrini, fondatore e presidente dell’azienda di Meldola che da 50 anni è attiva sul mercato. «Il boom di richieste – spiega – è talmente alto che facciamo fatica a gestire le consegne. Questo, a dirla tutta, è anche colpa della catena dei fornitori, che purtroppo non ci consegnano mai il materiale, ma le posso assicurare che i numeri, trainati da superbonus ed econobonus, sono davvero in fortissimo rialzo». A confermarlo è anche Assotermica, che proprio nei giorni scorsi ha pubblicato le ultime stime a livello nazionale sulla vendita di caldaie per il 2022. Il dato di cui si parla è di 1,2 milioni di pezzi venduti entro la fine dell’anno. Un numero che, se confermato, vedrà un superamento delle vendite del 20% rispetto allo scorso anno, che con un milione tondo di caldaie vendute aveva già infranto ogni record (più quaranta percento rispetto al 2020).
I motivi del balzo
A fare da traino, ancora una volta, sono stati gli incentivi messi campo dai Governi precedenti, con il superbonus in prima linea, poiché ha spinto le famiglie a sostituire impianti ormai obsoleti con quelli di nuova generazione più performanti e che, quindi, garantiscono anche minori consumi. Tradotto: bollette più basse. I sistemi che vanno per la maggiore oggi, quando si parla di riscaldamento delle proprie abitazioni, sono sostanzialmente tre: le nuove caldaie a condensazione ad alta efficienza, le pompe di calore e, infine, i cosiddetti sistemi ibridi, che non sono altro che l’installazione di entrambi gli strumenti (proprio in tema di pompe di calore, tra l’altro, la Regione Emilia-Romagna ha messo a budget 11,2 milioni di euro di incentivi fino al 31 dicembre 2023, vedi pagina seguente ndr).Sempre secondo i numeri di Assotermica, i bonus avrebbero avuto un altro effetto positivo, ossia quello di contribuire alla sostituzione di tanti impianti a gas e gasolio altamente nocivi per l’ambiente. Tuttavia, la strada è ancora lunga, perché su 20 milioni circa di caldaie presenti sul suolo nazionale, 13/14 milioni circa sono ancora vecchi modelli inquinanti e ad alto consumo. «Consideri che la vita media di una caldaia è di circa 15 anni – interviene il direttore di Assotermica, Federico Musazzi –, ma la maggior parte di quelle installate hanno ben oltre i 20 o addirittura 25 anni».